Viaggio nell'arte: intervista a Fabio Tocco

Quest' "intervista" al giovane artista sardo Fabio Tocco nasce un po' per scherzo, uno scambio di battute su Instagram e decidiamo così, su due piedi, che un giorno avremmo annullato i 300 km che ci separano per dare vita a qualcosa che forse non è poi così tanto un gioco! 

Il nostro filo conduttore è la Sardegna, terra che entrambi amiamo, oltre che la scrittura, che pratichiamo in modi diversi, anche se simili per certi versi. Fabio ha il magico dono di farci viaggiare nell'Isola attraverso un suggestivo racconto visivo e per farlo utilizza manualità e creatività con Le Tegole d'Arte. Doti rimaste dentro le vene per un po' di tempo, il periodo necessario a capire se buttarsi-o-non-buttarsi. Ma mentre i pensieri scorrevano veloci, l'anima sembrava aver già scelto la sua via. 

Fabio, classe 1991 e un diploma di perito agrario, è un po' impacciato quando mi inizia a raccontare da dove è partito un paio di anni fa, nel piccolo paesino di Villaspeciosa (a venti minuti da Cagliari), di come è nata l'idea di giocare con le tegole, quasi riprende il mio sguardo da straniera curiosa "...non è facile parlare di quello che mi è passato in mente in quegli istanti che hanno preceduto la nascita della mia prima tegola!". Ma io sto zitta e aspetto che prenda coraggio. D'altronde si sa che le cose più belle sono sempre quelle che non si possono raccontare facilmente!

"Un giorno mio fratello aveva comprato un paio di tegole decorate ed io le stavo guardando già con l'idea, balenata per la testa tempo prima, di provare a fare anche io qualcosa di simile, cioè, perchè no? D'altronde era un periodo che non stavo facendo granchè e avevo del tempo a disposizione. Così ho trovato per caso una tegola grezza in giro per casa, me la son messa davanti - e mo' che ci faccio? - In realtà avevo già idea di cosa fare: una grande apertura nel centro, doveva diventare un balcone quella tegola, quella prima tegola sarebbe diventata un particolare della facciata di una casa ma, soprattutto, avrebbe rappresentato un preciso stato d'animo. Ci ho messo un paio di mesi per tramutare l'idea che avevo in testa in qualcosa di reale e, soprattutto, di piacevole. Era un giorno di giugno del duemilaquattordici e l'ho chiamata "Primavera", sinonimo di felicità, mentre la realizzavo ho avuto come d’istinto un pensiero a questa stagione. Il balcone bianco panna è immerso in una parete in pietra, e si affaccia all’esterno mostrando fiori dai colori sgargianti, che si intrecciano tra le raffinate ed eleganti balaustre. Il sole posto al centro è il simbolo della luce, del calore, ma anche della forza e della protezione. Un mix di positività allo stato puro che ancora oggi custodisco gelosamente e che non voglio proprio vendere!"

Primavera come simbolo di rinascita, io personalmente l'ho letta così. Come un fiore che nasce e cresce dopo mesi di freddo, così la sua idea covata a lungo ora è diventata una passione che regala mille soddisfazioni.

                                             -"Primavera"-

 

"L'ispirazione" mi racconta "arriva soprattutto dall'Isola e, sebbene arrivi anche da viaggi fuori, io cerco di concentrarmi su quello che la Sardegna ha da offrire, conosciamo così poco della nostra Terra quindi credo che dovremmo essere in grado di conoscere lei prima di orientare il nostro sguardo al di fuori. Attraverso le mie tegole porto a spasso le persone tra i borghi, le coste, la storia, i colori e gli ambienti sardi, tra piccoli particolari che raccontano una storia bellissima e affascinante di un'isola che lascia senza fiato e, soprattutto, lo fanno attraverso la mia visione, la mia fantasia, le mie emozioni. Le mie tegole vogliono essere qualcosa di più di un soprammobile, quello che creo è il racconto delle mie origini così come quelle di tutti i sardi. E' una grande ambizione lo so, voler raccontare la Sardegna in questo modo ma ci tengo a mostrare agli altri, comodamente seduti, soprattutto quelle parti più nascoste e selvagge che non tutti sempre riescono a raggiungere e, perchè no, ad invogliarli ad andare a vedere questo o quel posto. Ogni tegola è un pezzo unico, a volte rappresenta un luogo preciso a volte rappresenta una combinazione di più spazi e tempi." Le sue tegole sono il mezzo di espressione attraverso il quale mostra più che la realtà, l'idea che lui ne ha, è come se esse fossero un filtro tra quello che lo circonda e quello che prova. 

Un giorno scrollando Instagram mi imbatto in una sua foto, era il particolare di una tegola: degli stivali da campagna poggiati affianco alla piccola porta d'ingresso. Mi hanno riportato indietro nel tempo, quando mio nonno, come il suo, lasciava gli stivali fuori dalla stalla ed entrava a casa in ciabatte. Tegole, le sue, che regalano un viaggio nel tempo, nella memoria del cuore.

Particolare di una tegola-Particolare di una tegola-

 

"Quando tutti hanno visto la mia prima tegola, con mio grande stupore, si son meravigliati ed è stato allora che ho capito che forse potevo e volevo fare qualcosa di diverso rispetto al lavoro in serra. Ho provato un'indescrivibile sensazione, quella di quando senti che qualcuno crede in te e nelle tue capacità. Mi hanno spronato e così sono andato avanti a creare la mia seconda, terza, quarta tegola per non fermarmi mai più, almeno spero! Nel giro di pochi mesi ho allestito la mia prima mostra a Calasetta, sull'isola di Sant'Antioco in occasione della manifestazione Primavera Sulcitana e mi sono sbalordito di come la gente guardasse le mie creature, dicevano di non averne mai visto così mentre a me sembrava che non fossero poi così stupefacenti -Fabio è la persona più modesta che mi sia capitato di conoscere- e ne sono rimasto veramente felice e soddisfatto. Questa prima mostra è stata la scintilla che mi serviva per accendere la mia nuova attività e così sono partito a tutta birra e, sebbene con il passare del tempo alcune persone vicino a me abbiano iniziato a pensare che solo di arte io non potessi vivere, ho spiegato le vele e sono andato avanti tutta!"  

Le Tegole d'Arte nascono come esperimento personale della propria immaginazione e da come mi racconta, solo negli ultimi tempi credo abbia davvero capito quanto immense siano le sue potenzialità. Tant'è che è riuscito a portare le sue tegole in giro per tutta la Sardegna, dalla vendita nei negozi più gettonati all'esposizione nei resort più belli, senza dimenticare la presenza alle mostre più conosciute. "Sì, ancora non mi sembra vero che sia successo tutto così velocemente!" afferma. Offre anche la possibilità di spedirle e lo fa con un grazioso cofanetto in legno che completa con una breve pergamena di presentazione della tegola (ognuna con il proprio nome e con la propria storia), il packaging è elegante e curato nei minimi dettagli così come le sue opere.

Attento ad ogni particolare mi racconta, davanti ad una tegola che ha portato con lui sin qui in Gallura e che io guardo con meraviglia"ogni cosa che vedi l'ho fatta io, i piccoli balconcini, le porticine e le finestrelle, vasi vasetti e piante, tutti i particolari unici per ogni tegola li costruisco io, a volte con il das, a volte con la plastica, altre volte ancora con il ferro. Una delle cose che trovo più interessanti di quest'arte è il riciclo, qualsiasi oggetto che trovo, all'apparenza inutile, potrebbe risultare il tocco perfetto che completa i miei pezzi."

Le Tegole d'Arte in Gallura-Le Tegole d'Arte in Gallura-

 

Me lo immagino perso tra mille fogli pieni di scarabocchi e bozzetti ma quando gli chiedo se parte da un disegno mi risponde che "il disegno è nella mia mente ed è lì che rimane fino a che non prendo tra le mani la tegola da trasformare. Tiro giusto due linee per avere un'idea generale di come sarà ma in verità viene fuori man mano che la lavoro, è come se una cosa ispirasse l'altra."  Tegole grezze, a volte sbeccate, tegole vissute, imperfette, macchiate diventano capolavori grazie al suo innato estro artistico; le sue mani come una bacchetta magica: un semplice oggetto grossolano diventa una sofisticata opera d'arte (Vi invito a sfogliare il catalogo, rimarrete a bocca aperta!).

Alla base del successo, chiaramente oltre alla maestria dell'artista, c'è un lavoro immane di web marketing (per il quale ha seguito un corso), soprattutto per noi che viviamo isolati, l'era digitale da una grossa mano. E Fabio cura tutto personalmente e magistralmente. L'ho visto all'opera e quasi mi sono incantata. Da bravo videomaker regala contenuti visivi emozionanti dove le tegole e gli spazi ai quali esse sono ispirate diventano un tutt'uno. "Per pubblicizzare le mie tegole ho deciso di portarle nell'ambiente dal quale sono nate, trovo perfetto inserirle nel luogo in cui io sono passato e in cui io ho avuto l'ispirazione, così tutto diventa più reale, proprio come vorrei che fossero viste e lette le mie tegole."

Fabio Tocco a Porto Rafael                 - Fabio Tocco a Porto Rafael per il progetto "Le Tegole d'Arte Stories"-

 

Sono curiosa di sapere se ha qualche sogno nel cassetto e la sua risposta è proprio quella che volevo sentire."Sicuramente vedere crescere sempre più questo progetto delle tegole, in primis per dimostrare a me stesso che tutti gli investimenti fatti sono stati effettivamente utili e poi per dimostrare a chi mi sta vicino che di arte si può vivere eccome, ci terrei in particolare ad annientare il mito dell'eterno sfaccendato bohèmien che proprio non mi si addice! Una delle cose a cui tengo di più è vedere tutto questo realizzarsi in Sardegna, non vorrei mai andare via da qui per rincorrere un sogno come sono costretti a fare, purtroppo, molti della mia età! Un altro desiderio, legato sempre al mondo dell'arte è quello di approfondire la fotografia, un campo che mi interessa moltissimo -giuro che io non gli ho suggerito nulla!- credo che seguirò un corso perchè è qualcosa che mi appassiona molto, è un altro modo di scrivere e raccontare ed è proprio quello che io non voglio smettere di fare!"

Dopo aver girato per tutto il giorno per la granitica Gallura (abbiamo toccato San Pantaleo, Porto Rafael e Capo Ferro), la nostra giocosa intervista che è stata più un normale racconto del più e del meno tra amici, si conclude nella mia bella Olbia, con un brindisi speciale:

cin-cin ai sogni nel cassetto che diventano realtà,

cin-cin ad un atteggiamento positivo e sempre ottimista e

cin-cin alla nostra Sardegna, Terra che ci ha insegnato ad essere testardi e a non arrenderci mai e poi mai!

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Tags: fabiotocco, letegoledarte, intervista

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