Lisbona attraverso gli occhi di un bambino.
Lisbona, calda capitale del Portogallo, è un po' un casotto. Colori, luci, tanta gente, salite, discese, traffico lento, storia, arte, tanto verde, divertimento, piazze immense, risate, azulejos, mercatini, profumo di dolci, gioventù, sole, musica, caldo, buonumore.
Soprattutto Lisbona è perdersi in tutto questo, senza cartina e senza orologio, per scoprire la sua anima pittoresca, malinconica e affascinante...attraverso gli occhi ingenui del bambino nascosto dentro ognuno di noi.
- Perchè mamma? - interviene Marco che si elettrizza quando mi vede con il computer sotto mano e molla tutto per ficcanasare tra le righe. - Posso dire io qualcosa e tu scrivi? Tanto il titolo è "Lisbona con gli occhi di un bambino". - Secondo lui, non fa una piega.
Marco, io dovrei scrivere qualcosa di utile per chi legge, non posso mettermi a scrivere... mentre parlo la sua espressione, sotto gli occhialoni dalla montatura blu si fa seria, forse capisce ciò che gli spiego, ma poi la serietà lascia spazio alla delusione di bambino e così...
- Allora, Lisbona mi è piaciuta - si introduce brillantemente con il sorrisetto di chi è soddisfatto di averla avuta vinta - E' colorata, ha gli azulejos, le mattonelline che ricoprono gli edifici che tu ti sei fermata a fotografare mille volte - puntualizza - tutti diversi e di ogni colore possibile. E ci sono anche nelle stazioni della metro! Il nostro appartamento però ce li aveva solo all'ingresso, dev'essere una costruzione nuova secondo me, ti ricordi tutte le gru, anche quella davanti al nostro balcone? - chiede spalancando gli occhi.
Lisbona è colori, luci, tanta gente, salite, discese
Sì Lisbona è un po' confusionaria dalla parte dove stavamo noi, nel quartiere Alfama: lavori in corso per le strade e tra le case, anche qualche bidone della spazzatura strabordante e i panni stesi a ricordare che quello è il quartiere più genuino dell'intera città, quello popolare, forse insieme al Bairro Alto, dove la vita procede in tutta semplicità anche tra qualche acciacco.
- Mamma l'Alfama è quel posto dove siamo passati con il tram giallo numero 28, che si guidava sia da una parte che dall'altra, con le case tutte appiccicate tra loro e le vie che erano talmente strette che il tram di poco toccava i muri delle case vero? - chiede senza prendere respiro - Io volevo toccare la gente con la mano fuori dal finestrino! - e se la ride mentre si ricorda che io gli ho pure tirato un urlo per evitare che si trinciasse le mani proprio in Portogallo.
Scorci del quartiere Alfama
Poi riprende - anche se a dir la verità io avrei voluto prendere il bus a due piani così potevamo stare al piano di su, costava pure meno del tour in tram... - cosa questa che mi ha ripetuto duecento volte davanti al bigliettaio, all'angolo nord di Praça do Comércio, che fortunatamente non capiva l'italiano - Ah! Dell'Alfama mi ricordo anche che c'erano vie dove si poteva passare solo a piedi, era tipo un labirinto con tanti ristoranti fado e... - Marco il "fado" è la musica tipica portoghese che viene suonata nella gran parte dei locali, non è che si chiamavano "fado" tutti i ristoranti! Intervengo interrompendolo. - Sì lo so - il suo "lo so" è sempre disarmante - ma ogni ristorante aveva il cartello gigante con la scritta "fado" e io me lo ricordo. - Annuisco dandogli ragione. Il triste ma meraviglioso Fado può essere ascoltato in ogni dove in città, nei ristoranti mentre si gusta il frango (il pollo per ogni gusto!) o nei locali mentre si sorseggia del buon Porto.
E comunque il bus a due piani lo puoi prendere in qualsiasi città, a Lisbona il mezzo di trasporto per eccellenza è il tram. (Noi abbiam scelto l' Hills Tramcar Tour). - Sì vabbè però io con le cuffie del tour poi mi sono pure un pò addormentato perchè mettevano quella musica triste tra una spiegazione e l'altra! Comunque a me è sembrata un po' vecchia come città, bella ma vecchia, non ho visto nemmeno un grattacielo, anzi solo quando siamo andati a Sintra, vicino allo stadio del Benfica - L'Estádio da Luz ossia l'Estádio do Sport Lisboa e Benfica - dove però tu - il "tu" l'ha calcato in modo tale da farmi sentire in colpa per bene - non hai voluto portarmi! - Avevamo tre giorni per visitare Lisbona e me ne vado allo stadio? Provo a discolparmi. E una città non è vecchia solo perchè non ha grattacieli, poi, perchè vecchia? Chiedo stupita.
Lisbona è traffico lento, storia, arte, tanto verde, divertimento
- Perchè c'erano le cose vecchie che riguardano la storia - qua ho riso sotto i baffi - chiese tutte decorate, in pietra, come la Cattedrale o la Sè, il Mosteiro dos Jeronimos, l'Arco da Rua Augusta in Praça do Comércio e anche la piazza affianco, Praça do Município, era un classico - notare "un classico!" - Poi in tutta la città c'erano sempre i signori che arrostivano le castagne, ed erano bianche, forse per il fumo - qui risata scrosciante ma lo faccio continuare - e poi c'erano le statue che non erano statue e... - Cosa diavolo sono queste statue non statue? Sbotto io con gli occhi spalancati.
- E mamma quelle che quando gli dai le monetine si muovono, come a Barcellona! - mi risponde come se utilizzare la definizione "artista di strada" fosse più complicato di "statue non statue" - La signora con la carrozzina che era tipo in bronzo faceva un po' paura, poi c'era il mago con la palla di vetro, il signore che suonava la sega musicale, quello che faceva le bolle... -
Però a chi legge non è che interessi quali fossero gli artisti di strada che abbiamo visto noi in Rua Augusta e in tutta la Baixa, quando andrà ne troverà di diversi magari più belli o più brutti! Abbattuto continua - Ah, in effetti hai ragione, anche a Barcellona erano diversi tutti i giorni. Quindi magari questa cosa non scriverla proprio. - Fa una pausa guardando il soffitto e con la mano si sfiora il mento pensando. - Sempre lì, mentre giravamo nella Baixa, c'erano tante vetrine di dolci, tutti grandi e fritti, anche colorati, ed erano sempre pieni di gente; che profumo che si sentiva quando passavamo davanti! - Sospira con l'acquolina in bocca.
La Baixa è il cuore della città, dove si riversano tutti i turisti e lisboetas tra negozi, ristoranti, hotel, cafè e locali notturni. Si respira un'atmosfera signorile, quella della Lisbona bene, nella quale si trovano le maggiori attrazioni della città, dall' Elevador de Santa Justa (da non perdere) alle piazze principali, tra cui Praça Dom Pedro IV, meglio conosciuta come il Rossio, nelle quali sedersi ad ammirare il ritmo lento e tranquillo che non ci si aspetta da una capitale europea.
Lisbona è piazze immense, risate, azulejos, mercatini, profumo di dolci
- Poi a Bélem mi son divertito perchè nel parco davanti alla torre tutta decorata - è la Torre di Belem - ho fatto tante foto, mi son arrampicato sugli alberi e poi nei Jardim da Praça do Império c'erano dei disegni con le piante di un colore strano, tipo fuxia-bordeaux, proprio davanti al Monastero di Geronimo Stilton. Ricordi? - mi guarda ridendo cercando l'approvazione per la battutona del secolo. - C'era anche una medusa sotto la Torre di Bèlem incastrata poverina, speriamo che poi si sia sollevata la marea e si sia salvata. - Marco e i suoi dettagli tragici. - Poi c'erano i ristoranti sull'acqua davanti al monumento di quelli che hanno fatto le scoperte, ma erano pieni e non siamo entrati però.
Il Monumento alle Scoperte o Padrão dos Descobrimentos, imponente, è situato sulla riva del fiume Tejo e fu costruito per celebrare l'Età d’Oro delle scoperte realizzate dai navigatori portoghesi. Si può entrare, prendere l’ascensore o salire a piedi sulla cima dalla quale godere di una gran bella vista ma noi lo abbiamo trovato chiuso con "i lavori in corso".
Bèlem&Nikon
- Poi a me è piaciuto anche il Ponte 25 de Abril perchè non ne avevo mai visto di così lunghi sopra l'acqua, cioè era di due chilometri - si meraviglia - e poi era rosso ed è il mio colore preferito e poi era fatto così.. - il "così" lo accompagna facendo un disegno con il dito per aria formando dei semicerchi uno dopo l'altro. - C'erano anche le biciclette quando siamo passati vicino al ponte, invece nel centro non si poteva andare in bici perchè era tutto un sali scendi, soprattutto nel Barrio Alto, ti immagini che fatica? - ricorda quasi con il fiatone.
Lisbona, come la nostra Roma, si sviluppa su sette colli e questo regala alla città un aspetto movimentato, sinuoso, fatto di alti e bassi, discese e salite, vertigini e panorami mozzafiato. I sette colli offrono svariati miradouros, i belvedere che ogni quartiere offre sulla città, raggiungibili a piedi dopo una piacevole sfacchinata o con i tanti elevador presenti da un capo all'altro.
Lisbona è gioventù, sole, musica, caldo, buonumore
- Anche il Miradouro de Santa Catarina mi è piaciuto, dove abbiamo fatto le foto della città dall'alto anche se c'era gente un po' strana - ci tiene a precisare - in effetti la discoteca dove c'era il concerto era ancora aperta alle undici del mattino! - questa cosa l'ha rapito proprio. Chissà chi pensa che ci sia dentro una discoteca! Ma comunque il suo occhio attento ha fatto centro. In effetti il miradouro scelto (per puro caso) è uno dei più frequentati dai lisboetas dove convivono pacificamente studenti, cittadini con cane al seguito, punkabbestia rilassati, turisti incantati, spacciatori innocui e eleganti businessmen.
- E poi la mini spiaggetta davanti al centro sul fiume, dove si poteva giocare con la sabbia e con gli omini di pietra dove un signore aveva fatto anche un coccodrillo tutto colorato. - Anche lui era uno di quegli artisti di strada, che bravo vero? Lo incalzo. - Sì. Poi c'era la spiaggia che anzichè lasciarla così hanno fatto dei gradini in pietra per sedersi senza sporcarsi ad ammirare il fiume e la navicella che faceva su e giù. - era l'imbarcazione del boat tour - E dall'altra parte si vedeva il Cristo Rei, peccato non avere avuto il tempo di andarci. - aggiunge mezzo deluso.
Dai dimmi un'ultima cosa che ricordi di Lisbona, lo esorto - Mmmm... lo spumante che mi è arrivato in faccia allo scoccare della mezzanotte, in piazza per il Capodanno, sporcandomi gli occhiali - la sua passione per i dettagli più improponibili - però menomale che non mi ha impedito di vedere i fuochi d'artificio più belli e lunghi che ho mai visto! - Conclude trionfante e fiero del suo racconto disordinato, condito di risate e curiosità, fatto di ricordi così strampalati che mi son chiesta: ma noi quegli occhi di bambino li perdiamo perchè lo decidiamo o perchè è naturale?! Io credo proprio che dovremmo fermamente decidere di non perderli mai.
Buon Viaggio!
Tags: portogallo, lisbona, cosafare, viaggioconbambini