Vie ferrate in Sardegna - La ferrata della Regina e la ferrata di Giorrè
Non vi freghi la foto di copertina di una me bella tranquilla e sorridente “allongiata” a cavi d'acciaio di una delle vie ferrate in Sardegna più adrenaliniche, perchè in quel momento ero totalmente ignara del fatto che nel giro di poche ore avrei conquistato ben due vie ferrate, non molto distanti fra loro ed entrambe a pochi chilometri da Sassari: quella della Regina a Monteleone Rocca Doria e quella di Giorrè a Cargeghe. Perchè sì, è possibile farle ambedue in giornata, ma iniziamo dal principio.
Cos'è una via ferrata, partiamo con una veloce infarinata per chi non sa di cosa parlo.
Le vie ferrate sono percorsi attrezzati con cavi metallici, scalette, pioli e diversi altri ancoraggi fissi da attraversare con un equipaggiamento adeguato che ci permette di assicurarci al cavo, limitando un’eventuale caduta, caduta che diventa certa nella maggior parte dei casi. Dodici quelle presenti in Sardegna (comprese quelle chiuse e/o smantellate per questioni che non starò qui a polemizzare).
L'attrezzatura necessaria è composta da: set da ferrata, casco, imbragatura e guanti da ferrata. Il set da ferrata è composto da due longe, un dissipatore e tre moschettoni. E qui trovate il set che uso io, comprato nuovo quest'anno per salire sulle Dolomiti, con moschettoni Attac robusti, ergonomici e con apertura e chiusura intelligente.
L'attacco della via ferrata della Regina
EEA. Passiamo allo step successivo.
EEA è una delle sigle che classificano la difficoltà di un percorso che può essere Turistico (T), per Escursionisti (E), per Escursionisti Esperti (EE), per Escursionisti Esperti con Attrezzatura alpinistica (EEA) o, ancora, un percorso Escursionistico in Ambiente Innevato (EAI). Certo è che non si può stabilire oggettivamente il grado di difficoltà di un sentiero perchè ciascuno di noi percepisce la difficoltà in base alle proprie capacità, all'esperienza che ha e deve anche tenere conto dei propri limiti e delle proprie reazioni psicologiche (la via ferrata del Cabirol, ora chiusa, è stata la mia prima volta sospesa nel vuoto e, al tempo, avrei classificato il percorso come superultrastramegaimpossibilenoncitornomaipiù, oggi chiaramente il mio giudizio sarebbe diverso!).
Questo greve compito è quindi toccato al Club Alpino Italiano che ha adottato, a livello nazionale, una scala per distinguere le difficoltà escursionistiche degli itinerari e la Commissione Centrale Escursionismo del Club Alpino Italiano ha individuato la classificazione su riportata, sulla base di tre parametri oggettivi fondamentali: il dislivello, la distanza planimetrica e la segnaletica del percorso.
Sul ponte tibetano della ferrata della Regina
I percorsi sui quali corrono staffe e cavi della via ferrata della Regina e della via ferrata di Giorrè sono chiaramente EEA. Quindi se anche voi siete escursionisti esperti con attrezzatura alpinistica potete avventurarvi (con tutta l'accortezza possibile), in caso contrario potete rivolgervi ad una guida, Corrado Conca è la guida che ha attrezzato le cenge di Monteleone Rocca Doria e di Cargeghe e, assicura, accompagnati da una guida non è necessario avere specifiche competenze o esperienze di arrampicata ma disporre almeno di una buona prestanza fisica.
Come per i sentieri, anche per le vie ferrate è stato fatto un lavoro di classificazione, valutando le varie tipologie di difficoltà in base al dislivello, all'esposizione, alla verticalità e all'impegno fisico. F è una ferrata Facile, poco esposta e poco impegnativa, dove le strutture metalliche si limitano a cavi o catene fissati unicamente per migliorare la sicurezza. PD è una ferrata Poco Difficile, ha uno sviluppo contenuto ed è poco esposta. D contraddistingue una ferrata Difficile, il suo sviluppo richiede una buona preparazione fisica e una buona tecnica, il tracciato infatti è spesso verticale ed in alcuni casi supera anche qualche breve strapiombo articolato, con lunghi tratti esposti. E la via ferrata della Regina a Monteleone Rocca Doria e la via ferrata di Giorrè a Cargeghe rientrano in questo livello di difficoltà, entrambi attrezzati con funi metalliche e pioli sospesi nel vuoto.
EEA D. Questa la classificazione delle due vie ferrate attrezzate da Corrado Conca fra il 2013 e il 2014 che, volendo, possono essere percorse insieme in una sola giornata. La ferrata della Regina è molto breve e si trova ad un'ora di auto da quella di Giorrè, quindi potete programmarle per lo stesso giorno e tornare a casa doppiamente soddisfatti.
L'ultimo tratto della ferrata della Regina
LA FERRATA DELLA REGINA
Una delle cenge incise dal tempo nel versante settentrionale di Su Monte, il rilievo roccioso appena fuori il paesello di Monteleone Rocca Doria, a sud di Sassari, è il teatro della via ferrata della Regina, scenografico itinerario che mozza il fiato ancor prima di salire il primo gradino.
Tra passaggi su roccia in stile Spiderman o gechi, fate voi, tranquilli sentieri fra ombrosi boschi e dentro cenge massicce, panorami impressionanti sul lago del Temo e strapiombi adrenalinici, il percorso in parete ha uno sviluppo complessivo di circa 500 metri con un dislivello di circa 60 metri.
Il filet iniziale (la rete metallica che immette sui pioli della verticale), la scala con armatura metallica di una decina di metri e il ponte tibetano, a tre corde, di 15 metri sono gli assi nella manica della Ferrata della Regina che si alterna fra verticali e traversi orizzontali su staffe sospese nel vuoto davanti ad un panorama incantevole sul lago e le colline circostanti.
La breve verticale prima del ponte tibetano
Arrivando all’attacco della via ferrata (e dalla prima foto quassù capirete meglio) ci siamo ritrovati a testa in su e con la bocca spalancata ad ammirare la parete verticale di 25 metri sulla quale avremmo dovuto di lì a poco arrampicarci.
Risalito il filet che precede i gradini della parete verticale iniziale, saliamo di quota lentamente. Il silenzio contraddistingue la nostra ascesa che, appena il cavo e i pioli girano a sinistra in orizzontale, si arresta per farci riposare qualche attimo le braccia, prima di affrontare una nuova ripida verticale, che mai sarà adrenalinica come la prima.
Staffa dopo staffa, sorpassiamo un passaggio in leggero strapiombo che ci immette su una spettacolare cengia che porterà, a destra, alla via di fuga e proseguendo dritti, al continuo della via ferrata.
Scala in armatura metallica - Ferrata della Regina
Percorriamo un sentiero dentro un fitto bosco, fino a che non troviamo un cartello che ci indica di proseguire a sinistra. Lo seguiamo fino a trovare la scala con armatura metallica da percorrere in discesa fino a raggiungere un'altra cengia dove ci fermiamo qualche minuto per firmare il libro via. Tornati sui nostri passi ci troviamo davanti un tratto di parete verticale che ci porta giù al ponte tibetano, il cui singolo cavo sotto i nostri piedi mette a dura prova il nostro equilibrio.
Una volta superato, giungiamo ad una meno difficoltosa parete verticale che percorriamo in salita per immetterci nell'ultima cengia che poi ci porterà a discendere un'altra parete verticale con facilità. Verso destra il sentiero battuto sotto un'imponente parete ci porta verso l'attacco della ferrata che riguardiamo increduli ripensando alla fatica iniziale.
Per un attimo ci viene in mente di rifarla ma continuiamo sullo stesso sentiero dell'avvicinamento percorso qualche ora prima e rientriamo alle macchine con ancora l'adrenalina alle stelle.
Vista sul lago del Temo
LA FERRATA DELLA REGINA - QUALCHE DATO TECNICO
Dislivello totale: +100 metri
Ore di marcia: 2 (avvicinamento 20 minuti, il punto di inizio e di fine della ferrata coincidono quindi il tempo di rientro alla macchina sarà uguale, qui le coordinate per il parcheggio proprio dentro il paese di Monteleone Rocca Doria che immette subito nel percorso che porta verso la ferrata della Regina)
Sviluppo complessivo: 2,1 km (500 di ferrata)
Segnaletica: Cartelli e segnavia bianco-rossi (non è quindi necessario seguire traccia GPS)
Cartina della Ferrata della Regina
LA FERRATA DI GIORRE'
Era più un no che un sì la ferrata di Giorrè dopo quella della Regina: perché c’è un’ora di auto fra le due, perché era già tardi, perché Giorrè è molto più lunga, perché con il cambio dell’ora il buio poteva coglierci in parete, perché la verticale di partenza della Regina ci aveva provato le braccia.
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Ma 41 km e 54 minuti dopo eccoci (testardamente) arrivare carichi a Cargeghe, il piccolo paese del Sassarese che conta meno di 700 anime e, davanti a sè, uno spettacolo roccioso strapiombante attraversato da un percorso di 2,5 km che ospita un’adrenalinica via ferrata e ha un dislivello di poco superiore ai 90 metri.
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3 ore e 30 minuti il tempo richiesto da questa impegnativa via ferrata che si sviluppa prevalentemente su cenge, pertanto in traverso. 2 ore e 30 minuti il tempo che noi invece abbiamo impiegato senza fermarci, concentratissimi negli spigoli da aggirare nel vuoto, incantati dai panorami incorniciati dai giochi delle falesie, pur sempre con le torce frontali negli zaini, pronti a tutto.
La ferrata di Giorrè
Con la macchina si arriva a dieci minuti a piedi dalla cengia dove c'è l'attacco della via ferrata di Giorrè (qui le coordinate per raggiungerlo facilmente).
Il percorso è a forma di otto rovesciato (sono presenti due vie di fuga), dalla cengia bassa alla cengia alta e viceversa; abbiamo conquistato la grande falesia calcarea di Giorrè, la cui maestosità è ben visibile dalla S.S. 131, iniziando da un'ampia cengia dove aggiriamo subito (per iniziare bene) uno spigolo che ci fa proseguire sulla cengia.
Qualche passaggio senza cavo su un sentiero ripido per proseguire poi sulla destra, dove ci attende un passaggio in diagonale sulla parete verticale che percorriamo con l'aiuto di comode staffe. L'ascesa ci porta a proseguire orizzontalmente in forte esposizione fino ad aggirare uno spigolo velenoso.
Dall'alto della ferrata di Giorrè
Un libro parzialmente aperto è quello che ci attende: due piani diversi di roccia formano l'angolo che affrontiamo prima in orizzontale e poi in discesa. Lo spigolo esposto che segue ci immette su una cengia la cui profondità è altalenante, la seguiamo e ci accompagna fra diversi traversi esposti che fanno sudare freddo ma ci elettrizzano parecchio, i panorami ci rapiscono.
Man mano che proseguiamo la difficoltà quasi svanisce, la via ferrata infatti prosegue con cenge e traversi per un lungo tratto, non più difficili, fino al termine del cavo. Da qui, anticipiamo l'uscita della via ferrata fra le fronde fitte, immergendoci sotto una grande conca che fa da schermo agli ultimi raggi del sole, fino a che non ritroviamo la luce del tramonto sulla cengia superiore che ci accompagna sul sentiero del rientro con un'ora di anticipo.
Traverso sulla ferrata di Giorrè
LA FERRATA DI GIORRE' - QUALCHE DATO TECNICO
Dislivello totale: +90 metri
Tempo: 3 ore e 30 minuti circa (avvicinamento 10 minuti, rientro 20 minuti)
Sviluppo complessivo: 2.500 m (A/R) con 600 m di tratta attrezzata
Segnaletica: Cartelli e indicazioni su tutto il percorso
Le rocce delle falesie di Giorrè, a causa della loro esposizione a nord, possono essere molto scivolose (ma davvero molto!) quindi non sono da sottovalutare i passaggi apparentemente banali.
Inoltre è vietato l'accesso all'ultima parte della cengia alta dal 1' marzo al 15 giugno per la tutela dell'avifauna locale.
Cartina della Ferrata di Giorrè
Farle entrambe in una giornata può sembrare esagerato ma una volta fatte vi assicuro che non è così, quindi andate e regalatevi una giornata sospesa nel vuoto all'insegna dell'adrenalina più pura fra paesaggi silenziosi mozzafiato e una Sardegna che non smette di stupire!
Per tutti i tecnicismi, gli approfondimenti e le mappe a proposito di questi e tanti altri percorsi in Sardegna potete acquistare il libro Il Top del Trekking in Sardegna di Corrado Conca dove troverete tutte le informazioni possibili per andare alla scoperta degli angoli più nascosti dell'Isola.