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Viaggio escursionistico in Serbia | con SHE LEADS

Sono rientrata dalla Serbia estasiata, ricaricata, piena di nuove idee, arricchita nel più profondo, serena, soddisfatta e, soprattutto, grata alla vita per avermi concesso l’opportunità di scavare a fondo e andare oltre e per avermi dato l’occasione di conoscere e amalgamarmi con nuove straordinarie persone in un Paese che non conoscevo se non per i tristi avvenimenti che i miei ricordi di bambina mi riportano alla mente.

Dal 19 al 23 maggio del 2022 sono stata per la prima volta in Serbia, insieme a 10 incredibili donne sarde, nel Parco Nazionale di Tara, dove sono arrivata grazie a SHE LEADS, un progetto approvato da EACEA (Audiovisual and Culture Executive Agency) nell’ambito dell’azione dedicata allo sport del programma Erasmus+ che si pone come obiettivo la promozione della parità di genere tra uomini e donne attraverso lo sport incentivando l’attività delle guide ambientali escursionistiche donne.

Un incontro transnazionale volto allo scambio di esperienze e di buone pratiche tra guide ambientali serbe, slovene e sarde coordinato da Planinarski klub TARA (Serbia), in partenariato con Planinarski savez Srbije (Serbia), Kolesarsko Pohodnisko Drustvo (Slovenia) e l'Associazione Malik (Sardegna).

Banjska StenaBanjska Stena

In Serbia ho trascorso cinque giorni intensi, centoventi ore vissute pienamente, dense di nuove scoperte, di insegnamenti condivisi, di risate da far male gli addominali, di scambi di idee ed energia positiva, di nuove consapevolezze, di natura selvaggia e incontaminata, di nuovi sconosciuti paesaggi, di tradizioni secolari, di tante donne ordinariamente straordinarie e di pochi uomini che nel potere che a volte noi donne non sappiamo di avere, ci credono fortemente.

Sono rientrata dalla Serbia nuova, perché ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, noi stessi diventiamo qualcosa di nuovo.

E sono rientrata con un bagaglio di informazioni e curiosità che potrebbero servirti se stai programmando un viaggio escursionistico nella verdissima Serbia, in particolare nello spettacolare Parco Nazionale di Tara.

DALLA SARDEGNA ALLA SERBIA - INFO UTILI

Dalla Sardegna passando per Roma sono arrivata a Belgrado, capitale della Serbia, in due ore scarse e, scesa dall'aereo, in men che non si dica ho preso un bus che in tre ore mi ha portato dentro il Parco Nazionale di Tara, 200 chilometri a sud est rispetto alla città fra le più antiche d’Europa.

Gate of Podrinje - sulla via da Belgrado a Bajina BastaGate of Podrinje - sulla via da Belgrado a Bajina Basta

La Serbia, indipendente dal 1991 e Stato Sovrano dal 2006, fa parte dell’ONU e ha aderito ai trattati di Schengen, per cui è possibile visitarla e transitare con la semplice carta d’identità e senza bisogno del visto. Ma io ti consiglio di utilizzare il passaporto perchè alla partenza e all'arrivo dall'Italia devi comunque passare per il Controllo Passaporti all'interno dell'aeroporto e ho sentito un po' di lamentele da parte degli operatori di frontiera per chi si presentava con la carta d'identità. E poi sul passaporto mettono il timbro in entrata e in uscita e per i collezionatori di timbri questa è una ghiotta occasione!

Il Dinaro Serbo è la moneta serba ed avendo un valore decisamente inferiore all'Euro ti sentirai incredibilmente ricco (o siamo noi i poveri rispetto a loro?). Cambiando gli euro in aeroporto al tuo arrivo, ricordati o di spenderli tutti prima della tua partenza o di cambiarli in Serbia prima di ripartire perché, essendo una valuta di poco valore, al rientro in Italia non te li cambieranno. Tieni a mente che, in media, con 5 euro (500 dinari serbi) mangi divinamente in ristorante antipasto, primo, secondo, contorno e dolce e che lo stipendio medio in Serbia si aggira intorno ai 500 euro (60.000 RSD)

Prima di partire per la Serbia controlla come il tuo operatore telefonico gestisce questo paese fuori dall'Unione Europea per evitare costi esorbitanti fuori da ogni logica!

IL MIO VIAGGIO ESCURSIONISTICO IN SERBIA - IL PARCO NAZIONALE DI TARA

La parte settentrionale della Serbia (Vojvodina) è pianeggiante, mentre a sud di Belgrado, la capitale, il territorio diventa collinare e montuoso, con alcune cime che superano i duemila metri, il Midzor (2.168 m.), nei Balcani al confine con la Bulgaria, è la vetta più alta del Paese.

Io, manco a dirlo, sono stata nella parte centro-occidentale della Serbia, all'interno del Parco Nazionale di Tara, nel distretto di Zlatibor che prende il nome dalla catena montuosa omonima nelle Alpi Dinariche.

La Serbia è anche ricca di corsi d'acqua, il fiume più importante è il Danubio, con gli affluenti Sava, Tibisco e Velika Morava; ad ovest scorre la Drina che segna buona parte del confine con la Bosnia-Erzegovina, prima di gettarsi nella Sava. I laghi principali sono tutti artificiali, il maggiore è il Derdap lungo il Danubio, mentre quello naturale più esteso è il Lago di Palic a nord.

Sul sentiero per Banjska Stena
Sul sentiero per Banjska Stena

Io sono stata sulle rive della Drina e pagaiato nelle acque del lago Perućac, un lago artificiale sul fiume Drina, al confine tra Bosnia-Erzegovina e Serbia, che circonda il monte Tara, tra le città di Višegrad in Bosnia e Bajina Bašta in Serbia.

Il parco nazionale di Tara si trova nella parte occidentale della Serbia e occupa una superficie di 220 km². Io ho avuto la fortuna di scoprirne una piccola parte partendo dalla città di Bajina Bašta.

Drina River House - Bajina Bašta

Il viaggio in Serbia inizia sulle sponde del fiume Drina, per ammirare e fotografare la celebre casa sul fiume diventata famosa in tutto il mondo grazie allo scatto della fotografa ungherese Irene Becker pubblicato sulla copertina del National Geographic nel 2012.

La Drina River House è il simbolo della città di Bajina Bašta posizionata in uno dei punti più noti sul fiume, chiamato Zelenika che significa fiume verde proprio perchè questa casetta su uno sperone roccioso è accarezzata da un'incredibile acqua verde smeraldo.

Drina River House - Serbia
Drina River House - Serbia

Accarezzata ma non sempre risparmiata dalla furia selvaggia e violenta della Drina che un'infinità di volte l'ha buttata giù. I serbi, più testardi, l'hanno ritirata su e ricostruita miriadi di volte. 

Secondo un racconto popolare locale, la roccia in mezzo al fiume su cui è stata costruita negli anni '60 la piccola casetta di legno è stata messa lì dall'eroe nazionale della poesia epica serba Marko Kraljevic. Si racconta che volesse attraversare il fiume per arrivare sulla riva opposta ma non voleva che il suo adorato cavallo, Šarac, si bagnasse gli zoccoli e così gettò una roccia gigante nel centro del fiume. Sarac balzò così dalla riva sino alla roccia appena posta per raggiungere l'altra sponda. In molti sostengono che ancora oggi si possono vedere le impronte di zoccoli che Šarac lasciò sulla roccia.

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Il fiume Vrelo e la sua cascata - Vodopad Vrelo Perućac

Nei dintorni di Bajina Bašta un altro punto strategico per gli amanti della fotografia è la scenografica cascata, di circa dieci metri, che unisce il fiume Vrelo alla Drina: è la Vodopad Vrelo o Vodopad Perućac vicino a Perućac.

Il fiume Vrelo emerge da una sorgente ad un'altitudine di 243 m s.l.m. nel Monte Tara ed è lungo solo 365 metri. E' considerato il fiume più corto nel continente europeo e visto che è lungo quanto i giorni di un anno è anche simpaticamente chiamato Godina dai serbi (letteralmente "anno") e A Year River dal resto del mondo.

Lungo il suo breve corso, proprio sopra la cascata cristallina, l'uomo ha ben pensato di costruire un ristorante dove i balconcini ospitano pranzi e cene accompagnati dal concerto dell'acqua che si butta nel fiume, scelta abbastanza discutibile ma tant'è. Per essere un fiume piccolo piccolo attorno a sè ha anche uno stagno, un mulino e un villaggio, tre ponti e anche una mini centrale idroelettrica!

Vodopad VreloVodopad Vrelo

Molti dicono che il fiume Vrelo è uno dei sette miracoli serbi. Si narra abbia aiutato persone con problemi di infertilità e problemi psicofisici. Si racconta anche che la felicità attenda tutti coloro che percorrono il suo intero corso buttando una moneta tenuta per una notte sotto il cuscino: i desideri sembrerebbero che si siano avverati entro 365 giorni dopo aver visitato il fiume. 

Io, come al solito, ero troppo occupata nel fotografare tutto per ricordarmi di esprimere un desiderio!

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Se questi due punti super turistici li puoi raggiungere comodamente in auto, altrettanto non puoi fare per scoprire i luoghi straordinari che ti sto per raccontare scarponi ai piedi, zaino in spalla e paglietta sulla testa.

Escursioni naturalistiche nel Parco Nazionale di Tara - Serbia

Il Parco Nazionale di Tara, fondato nel 1981, è uno dei 5 parchi nazionali della Serbia, comprende le montagne calcaree di Tara e Zvijezda tagliate e separate da una profonda gola scavata nei millenni dal torrente Derventa, confina con la Bosnia-Erzegovina ed è delimitato dal fiume Drina.

Fra valli carsiche, altipiani e doline si trovano rifugi, grotte e abissi. Il punto più alto è il Kozji Rid a 1591 m s.l.m. e il punto più basso è il Lago Perucac.

L'83,5% dell'area è boscosa e per questo il Parco Nazionale di Tara è anche conosciuto come il polmone della Serbia.

Il Monte Tara è una delle ultime oasi per 76 specie endemiche dominate dall'abete rosso serbo (Picea omorica Pancic, Lat.), un'antica conifera sopravvissuta all'ultima Era Glaciale, in passato usato per la produzione di legname da carpenteria, oggi specie protetta. 

La Peonia in Serbia
La Peonia in Serbia

Fra foreste primordiali di faggio e abete, gigantesche peonie e distese di aglio orsino, trovano casa numerosi animali quali, su tutti, l’orso bruno (preferibile per questo non avventurarsi da soli nei sentieri visto che sono ricchi di aglio orsino, il loro pasto preferito), il camoscio, il gallo cedrone e l’aquila reale.

Ed è stato proprio dalla cosiddetta "Punta dell'Aquila" che è iniziata la mia scoperta di questo pezzo di mondo verde intenso attraversato da un serpente turchese.

Kayaking sul Lago PerucacKayaking sul Lago Perucac

Le escursioni condotte dalle guide donna del Planinarski klub TARA mi hanno portato alla scoperta di incredibili punti panoramici in trek mozzafiato:

- Orlov Vis, letteralmente la punta dell'aquila (prima foto, traccia GPS qui)

- Banjska Stena, il più famoso tra gli escursionisti con una vista spettacolare sul Lago Perucac e sulla foresta di abete rosso serbo endemico (seconda foto, traccia GPS qui)

- Derventa Canyon e kayaking sul lago di Perucac fra le sue fotogeniche casine di legno galleggianti (terza foto, traccia GPS qui)

Serbia Trek & KayakSerbia Trek & Kayak

Montagne, gole profonde, laghi limpidi, punti panoramici spettacolari, villaggi dalle pareti scrostate, vecchini gentili, questo è il Parco Nazionale di Tara che ho conosciuto io e di cui ti lascio foto e tracce gps per agevolarti il viaggio in un luogo che ti stupirà.

Tutti i sentieri battuti gravitano attorno al rifugio RASTIŠTE, dove ho alloggiato durante tutte le quattro notti in Serbia, quindi non abbiamo avuto bisogno di spostarci con mezzi che non fossero i nostri piedi. 

Rifugio Rastište - Dove alloggiare nel Parco Nazionale di Tara

Il Rifugio RASTIŠTE, recentemente ristrutturato dal Club Alpino "TARA" (Planinarski klub TARA), è la soluzione migliore e meno dispendiosa per visitare il Parco Nazionale di Tara nella sua parte settentrionale (il parco copre un'area di 24.991,82 ettari quindi dovrai fare una scelta o scegliere diversi spot per visitarlo tutto).

Il rifugio un tempo era una scuola elementare, costruita nel 1933, dopo aver cessato di funzionare è stata abbandonata e lasciata all'incuria del tempo. Fortunatamente il Club Tara che ci ha ospitato ne ha riconosciuto il potenziale e nel 2015 ha iniziato i lavori per ristrutturare e trasformare un vecchio edificio in un figherrimo rifugio di montagna dove non prende il telefono manco per sbaglio.

Rifugio RastisteRifugio Rastiste

Incastonato sotto pareti di calcare nel piccolo villaggio di montagna di Rastište, comune di Bajina Bašta da cui dista venti chilometri, il rifugio ha 43 posti letto all'interno con un'ampia area campeggio all'esterno. La struttura è dotata di tutti i servizi e di impianti energetici all'avanguardia.

Ci si arriva in auto attraversando il Derventa Canyon, riserva protetta del Parco Nazionale di Tara, fra gallerie scavate nel bianco calcare e fitti ombrosi boschi, accompagnati in un paesaggio suggestivo dal ritmo dello scrociare instancabile dell'acqua.

CURIOSITÁ SULLA SERBIA

LA RAKIJA

Non importa che ora sia, in Serbia ogni momento è buono per trangugiare la Rakija, distillato tipico e bevanda nazionale dei paesi balcanici. 

La Rakija ha una antica tradizione e quando viene offerta è buona norma non rifiutare, ovunque tu sia e in qualsiasi momento della giornata. Un anziano di un villaggio di montagna attraversato sosteneva che la Rakija ha poteri curativi e disinfettanti, quindi io zitta e muta l'ho buttata giù anche alle 11 del mattino nel bel mezzo di un'escursione.

La Rakija si ricava dalla distillazione della frutta fermentata: uva, prugne, pere, mele cotogne, noci e anche fichi. 

La rakija bevuta ovunqueLa rakija bevuta ovunque

Durante il viaggio in Serbia ho visitato a Bajina Bašta la più antica distilleria serba esistente che produce la rakija BB Klekovača dove le grandi botti di rame e legno hanno fatto da cornice ad una ricca degustazione dei diversi tipi di rakjija prodotti che io, senza dare nell'occhio per non offendere nessuno, ho scansato facendomi vedere troppo impegnata nel reportage fotografico. 

Il marchio BB Klekovača ("BB" è l'abbreviazione di Bajina Bašta) è stato creato nel 1953, ma affonda le sue radici nel 1865. La distilleria che produce venti diversi tipi di rakija è famosa per la Klekovača, la rakija di prugne con bacche di ginepro. Sono tutte acquistabili in loco anche in piccole bottigliette per non togliere fuori la scusa che nel bagaglio a mano non se ne può portare una bottiglia!

Per quanto la mia esperienza da alcolista si limiti ad un Gin Lemon all'anno, assicuro che con la rakija non ci si ubriaca. Lo dice una che in soli 5 giorni ne ha bevuto a tutte le ore coprendo il fabbisogno alcolico, semmai esistesse, di un intero anno solare.

IL LUTTO NELLA CHIESA ORTODOSSA

Durante le escursioni naturalistiche in Serbia ti capiterà di incontrare delle lapidi in mezzo ai pascoli, nei giardini delle case, su un pendio, nascoste sotto le fronde degli alberi, ovunque fuori dai cimiteri (che ci sono eh!) e ti potrà sembrare un po' strano e macabro e ti chiederai il perché di questa pratica.

Lapidi fra i pascoli di pecoreLapidi fra i pascoli di pecore

Nella Chiesa Ortodossa il corpo dopo la morte deve venire sepolto sotto terra affinché possa essere restituito ad essa. La religione ortodossa, infatti, non prevede la cremazione (tantomeno la sepoltura in loculi) perché si ritiene che l'uomo è fatto di terra e che quindi tornerà nella terra e la sepoltura, in questo modo, "accelera" questo processo (le bare non sono piombate ma semplicemente chiuse). 

I seguaci della religione ortodossa credono nella vita eterna. La morte nella Chiesa Ortodossa è quindi vista come qualcosa di positivo, dato che il defunto è vivo con Dio. La morte è la separazione dell’anima (dimensione spirituale) dal corpo (dimensione fisica). E l’anima verrà ricongiunta al corpo soltanto dopo Il Giudizio Universale.

Secondo l'insegnamento della Chiesa Ortodossa uno dei doni più grandi che una persona può avere è la memoria della morte, tutti i giorni - spiega Pavel Chiril, professore e dottore dell’Ospedale Santa Irene di Bucarest - quando questo avviene con la grazia di Dio l'uomo non è condotto alla disperazione, all’angoscia, alla paura psicologica, ma all’ispirazione, alla preghiera, alla creatività, anche nelle faccende umane, cerca di finire i suoi compiti e prepararsi correttamente alla morte. 

Nel villaggio di RastisteNel villaggio di Rastiste

Avere i propri cari sepolti nel giardino di casa è quasi una protezione per se stessi: dopo la morte, gli uomini si prendono cura dei loro cari e chiedono a Dio la loro salvezza. Noi stessi spesso sentiamo l'amore e la protezione dei santi - continua Pavel Chiril - così come di quelli vicini a noi che hanno lasciato questo mondo.

Mentre attraversi boschi e sentieri, villaggi di montagna e sconfinati pascoli verdi, troverai delle lapidi, a volte con vassoi e tazzine accanto rimaste lì dalle celebrazioni annuali, e saprai perché.

L'OSPITALITÁ IN SERBIA

Sono parecchi i sondaggi internazionali secondo i quali la Serbia è la nazione più ospitale al mondo. L’ospite per i serbi è sacro e va trattato con il massimo rispetto, provvedendo a fornirgli tutto quello di cui ha bisogno. 

Accoglienza calorosa, ottimo cibo fatto in casa ed esperienze uniche vissute direttamente con i serbi sono ciò che mi sono portata via gelosamente dal Paese e quindi sì, ti garantisco che i sondaggi dicono proprio la verità!

Le case galleggianti sul Lago PerucacLe case galleggianti sul Lago Perucac

L'ospite viene accolto con calore dai padroni di casa e gli viene offerto da bere e da mangiare per tutto il tempo dell’incontro. La prima volta che ci si reca a casa di qualcuno è una vera e propria festa per tutta la famiglia. Il saluto, comune a tutto il mondo slavo, è costituito dai tre baci sulle guance (io me ne sono sempre dimenticata uno, ma tutto ok!).

E, a proposito di festa, ho avuto la fortuna di conoscere durante il mio soggiorno le usanze e l'antica tradizione della Slava.

LA SLAVA IN SERBIA

"Domenica non sarò in escursione con voi, è la Slava della famiglia di mio marito!". E capì subito che la Slava è una cosa seria! 

La Slava, o glorificazione del Santo Protettore di Famiglia è, insieme al Natale e alla Pasqua, la ricorrenza di natura religiosa e spirituale più sentita dai serbi. Espressione autentica della Fede Cristiana Ortodossa, da secoli distingue il popolo serbo dalle altre popolazioni balcaniche. A conferma vi è il detto “Gde je Slava, tu je srbin” che significa appunto “Dove c’è la Slava, c’è un serbo”. 

La scelta del giorno in cui viene celebrata la propria Slava, ovvero il Santo Protettore della Famiglia, risale ai tempi in cui i missionari cristiani convertirono i serbi alla Fede Ortodossa: accogliendo la conversione, questi ultimi accettavano di venerare il Santo del giorno in cui ricevevano il sacramento del Battesimo. Da allora, il nome del Santo Protettore di Famiglia si tramanda nel tempo, di padre in figlio.

Chiesa della Sacra Vergine Maria - RastisteChiesa della Sacra Vergine Maria - Rastiste

E la festa è un po' come il pranzo di Natale: tutta la famiglia e gli amici uniti e la casa e la mensa aperte tutto il giorno a chiunque arrivi e intenda partecipare al momento di festa e preghiera. 

C'è l'altare di famiglia dove l'icona del Santo Protettore protegge da generazioni la famiglia che lo ha scelto con la candela della Slava a simboleggiare la Luce Eterna. C'è il pane della Slava che rappresenta Cristo e la Vita. Viene fatto in casa con acqua benedetta, il giorno prima della festa, secondo una ricetta che si tramanda di generazione in generazione. C'è  vino rosso che simboleggia il Sangue di Cristo e l’incenso, acceso quando si spezza il pane dividendolo fra i commensali, che dona profumo a tutta la casa e solennità al rituale.

Sebbene noi non stessimo festeggiando nessuna Slava quel giorno in Serbia, anche se sotto gli occhi di San Sava, fondatore della Chiesa Ortodossa Serba, ho sentito tutta la grandiosità della loro festa più importante e toccato con mano la loro profonda fede. Percepito il calore della loro ospitalità che, fra tutti i viaggi intorno al mondo fatti, rimane la più stupefacente.

IN SERBIA SI MANGIA DIVINAMENTE

Quella serba è la cucina straniera più buona che io abbia mai assaggiato, ha superato quella slovacca addirittura. Dopo i nostri, italiani ma soprattutto sardi, i piatti assaggiati in Serbia si posizionano nella Top5 delle cucine più gustose. Forse perchè la carne è la regina suprema dei piatti serbi ed io ne vado pazza? Probabile. Sarò breve perchè questo altrimenti potrebbe diventare un trattato sulla bontà della cucina serba e, soprattutto, potrebbe acuire la mia nostalgia di un paese appena conosciuto ma già fra i miei preferiti in assoluto.

L'agnello con le patate, funghi e carote, Jagnjetina ispod sača, è il capolavoro gastronomico da non perdere che rimarrà sempre nel cuore della mia pancia. Paradisiaco. Così come il maialetto arrosto che, come in Sardegna, viene cotto allo spiedo.

Jagnjetina ispod sačaJagnjetina ispod sača

Gli amanti delle zuppe, come me, saranno felici: in Serbia ampia scelta fra supe o ćorbe a seconda che contengano pasta o meno. Piatti brodosi e densi che fanno da antipasto anche se per me un piatto di quelle zuppe è più simile ad un pranzo completo, perchè al loro interno c'è di tutto: carne bovina, suina, di agnello, di pollo, lardo, pesce, würstel, fagioli, patate e chi più ne ha, più ne metta. Orgasmiche.

Sulle tavole non manca mai il Kupuscavolo cappuccio servito fermentato sotto forma di insalata. Forse per attenuare i sensi di colpa dati dalle luculliane zuppe? Ad ogni modo, divino.

Ampio è il consumo di lucioperca, carpa ma soprattutto di trota, servita con funghi e panna acida oppure con patate ed erbe. Delizioso ma rimango nel team carne.

Altra portata cardine è la Srpska Gibanica fatta di sfoglia sottilissima, uova e formaggio fresco. A colazione una bomba, ottima come pre-escursione. Una fetta di quella e scali il Monte Tara in scioltezza.

Sono partita per la Serbia convinta di tornare a casa con il fisico asciugato da tutta l'attività sportiva prevista. Illusa.

NON MI RESTA CHE AUGURARTI BUON VIAGGIO IN SERBIA!

Ti auguro sia pazzesco proprio come lo è stato il mio.

Grazie alle mie compagne di viaggio sarde per aver condiviso la follia di un viaggio pazzesco. Grazie alle mie compagne di viaggio serbe e slovene per lo scambio di idee. Grazie a chi ci ha ospitato e trattato da regine accompagnandoci in un mondo fatto di cultura profonda. Grazie a Claudia e Valeria dell'Associazione Malik per essere due anime di quelle che incontrare fa bene al cuore. Grazie alla vita per questo dono immenso che è stata la Serbia con She Leads.

 

Tags: trekking, serbia

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