Trekking Bacu Mudaloru & S'Iscalone 'e Urele
Fra gli spettacolari trekking in Sardegna menzione speciale merita quello che, nel Supramonte di Baunei, attraversa Bacu Mudaloru scendendo sino alla piccola spiaggia di Cala (o Portu) Mudaloru e che poi risale sulla spettacolare Scala di Urele, regalando durante tutto il percorso passaggi letteralmente mozzafiato, non solo per la bellezza.
SCHEDA TECNICA TREKKING BACU MUDALORU
Diverse sono le soluzioni per affrontare il trekking di Bacu Mudaloru, ma intraprendere il percorso ad anello (Piredda - Bacu Mudaloru - Cala Mudaloru - Ischala de Urele - Bruncu d'Urele - Punta Frades Canos - Piredda) è la scelta migliore per godere appieno della bellezza di uno dei trekking in Sardegna più straordinari.
La lunghezza è di 10 km con un dislivello di 400 mt circa per un tempo di percorrenza di 6 ore, soste escluse, ad una altitudine massima di 424 mt. Il sentiero non è segnalato, a tratti si seguono antiche mulattiere alternate da pietraie stabili e andalas di animali. Qua ti lascio la nostra traccia GPS del trekking ad anello di Bacu Mudaloru, così ti agevolo la fatica di beccare quella corretta in rete.
Non ci sono sorgenti lungo il cammino e alla difficoltà di percorrenza diamo un pieno EE (Escursionisti Esperti), buon allenamento e buona forma fisica son necessari assieme ad una guida che conosca il territorio, a scarponi da trekking alti alla caviglia, ad una scorta d’acqua di almeno 2L e a leggeri snack da sgranocchiare senza appesantirsi.
Trekking Bacu Mudaloru
I “bacos” sono le profonde gole che dall’interno del Supramonte di Baunei portano fino al mare e, mentre si attraversano, rivelano sentieri e percorsi letteralmente mozzafiato. Nascondono grotte immense, pietraie spacca ginocchia, pareti ambrate altissime, passaggi intrecciati di ginepro e roccia, salite e discese fra ciclopici massi bianchi, lisci, disordinati, pericolose ma spettacolari cengie che il vento ha con pazienza inciso. Terminano in tuffi di acqua turchese, limpida e ghiacciata, Cala Mudaloru è come se fosse nata dal cuore della roccia lasciando una ferita profonda che ora è una grotta abissale. Culminano su ripidi percorsi, scale che si inerpicano verso il cielo, da salire davvero a quattro zampe, innaturali equilibri contro la gravità portano sulla pazzesca Ischala ‘e Urele, via d’uscita dal Bacu, difficoltosa e che sembra non aver mai fine ma la ricompensa una volta in cima vale tutta la fatica.
COME ARRIVARE DENTRO LA GOLA DI BACU MUDALORU
Da Baunei raggiungiamo l'Altopiano del Golgo per arrivare all'attacco del trekking di Bacu Mudaloru e seguiamo le indicazioni sui cartelli in legno che ci guidano sulla strada sterrata: verso la chiesetta di San Pietro prima, per Codula 'e Sisine dopo, inforcare per Punta Ispilugi-Cala Mariolu poi, aggirare Bruncu 'e Pisu lasciando stare le indicazioni per l'ovile e continuare sulla sterrata che è diventata mulattiera per 15 minuti arrivando in località Piredda dove lasciamo le macchine in un ampio spazio fra ombrosi alberi.
Trekking Bacu Mudaloru - Iscala 'e Fustes
Ed è da qui che, una volta montati gli zaini in spalla, puntiamo dritti verso Nord fino a ritrovarci sulle orme dei carbonai. Ben presto le pareti iniziano ad innalzarsi imponenti, stiamo entrando nel bacu, le pietraie diventano salti fra rocce che rotolerebbero sotto i nostri piedi, il silenzio inizia ad ovattarsi fra conche, guglie, alberi che si arrampicano sfidando la gravità. L'attenzione massima al fondo pietroso e difficoltoso della gola non ci lascia ammirare quello che c'è sopra le nostre teste: dobbiamo fermarci ogni pochi passi perchè tutta quella bellezza ce la dobbiamo godere.
A metà della discesa del canyon, sulla parete destra, in alto, sembra si apra una piccola grotta, risaliamo per curiosità la roccia sul fianco della parete e quello che si apre davanti ai nostri occhi è una vertiginosa e gigantesca cavità nelle cui fauci tardiamo ad avvicinarci: è Sa Nurra 'e Battista Pira. Non sempre le grotte portano i nomi dei proprietari degli ovili vicini, a volte portano i nomi di chi là dentro non ci è finito per caso. Di lì a poco, il Bacu Mudaloru che fino a quel momento si è stretto intorno a noi, silenziosi visitatori, fra pennellate di arancio e verde nel bianco più candido, apre finalmente le sue possenti braccia.
Trekking Bacu Mudaloru - Il momento della promessa
C’è un momento, in ogni trekking che si rispetti, in cui si riceve un regalo. La giusta ricompensa alla fatica, alla colazione troppo presto, ai chilometri in macchina, alle gambe che non smettono di pulsare, ad uno zaino troppo pesante per troppe ore sulle spalle. Il compenso che ci si aspetta, il premio nel quale si spera già quando con la mano a tentoni spegniamo la sveglia che suona che è ancora buio. Quel momento è alla fine del trekking a volte, altre all’inizio, altre ancora a metà strada.
Ma c’è un altro momento, in ogni trekking che si rispetti, che amo tantissimo, ed è il momento della promessa, la promessa di quel regalo, che ci guida, che ci sprona, che ci eccita.
Mentre si percorre il Bacu Mudaloru, con le forze tutte concentrate sui piedi che con attenzione saltellano da una ciclopica roccia all’altra, immersi nel silenzio del Supramonte di Baunei, succede che in questo esatto punto, in questo preciso momento davanti ai nostri occhi si materializza la promessa. La promessa dei panorami mozzafiato che ci aspettano, quelli della costa orientale dell’Isola, quelli che tanto amo e che mai stancano. La promessa dei pinnacoli, delle vette, dei salti nel vuoto, delle discese, delle salite, del verde acqua, dell’odore di salsedine. La promessa è lì, in un orizzonte bluastro e lontano avvinghiato da pareti mastodontiche che svettano nel cielo.
COME ARRIVARE A CALA MUDALORU
Continua la discesa dell'anfiteatro che si è ormai aperto durante il nostro entusiasmante trekking di Bacu Mudaloru, ora con più gusto. Arriviamo ad uno spettacolare salto della gola ma noi non saltiamo, lo attraversiamo con una delle celebri iscalas 'e fustes, una pensilina di ginepro intrecciata alla roccia sospesa nel vuoto che i pastori erano soliti costruire per creare dei passaggi laddove non ne esistevano, la discendiamo con attenzione prima di continuare a camminare su massi che ben presto diventano un passaggio angusto nella bassa vegetazione che ci immette su una vecchia aia carbonile.
E' in questo esatto momento che il trekking nel Bacu Mudaloru ci fa il suo primo indimenticabile regalo, proprio alla fine del sentiero che attraversa la gola, quando le pareti rocciose si buttano in mare e la salsedine profuma la terra, quando il bianco si immerge nel turchese e il blu entra prepotente in un paesaggio fino ad allora candido, quando l’acqua si incornicia dentro giochi di ginepri e rotola fra rocce che diventano granelli, quando il silenzio soave della montagna diventa il frastuono delle onde. Ecco. Questo è uno di quei momenti, di quei regali che non si dimenticano.
Cala Mudaloru
A questo punto si prospettano quattro possibilità ed ecco cosa abbiamo fatto noi.
Abbiamo risalito leggermente il fianco destro della parete a sud del Bacu per raggiungere S'Abba 'e Mudaloru, grotta nascosta con un passaggio nella cengia più pericoloso in foto che nella realtà, godendo di un panorama sulla cala sottostante e su tutta la costa a dir poco straordinario. Per percorrere il tratto esposto più facilmente, gli zaini possono essere lasciati per qualche minuto sull'aia carbonile. Dopodichè siamo scesi nella piccola Cala Mudaloru color verde acqua puro, da non tanti anni una spiaggetta si è venuta a creare, naturalmente privata, quasi inaccessibile, segreta, meravigliosa.
Una volta scesi nella cala, oltre a risalire dal piccolo porticciolo naturale bisognerà tentare l'uscita dalla gola affrontando S’Ischala ‘e Urele, la scala che si inerpica, verso il cielo, sul fianco sinistro di Mudaloru, proprio sopra le nostre teste. Ora, Zio Urele non è dato sapere che super potere avesse, fatto sta che noi non ce l’abbiamo, per cui nella pausa giù a Cala Mudaloru il consiglio è di abbuffarsi di bellezza ma non di altro, si arriverà con una fame da lupi ma è meglio non aprire lo zaino, sarebbe un errore che Zio Urele non perdonerebbe mai, se la riderebbe invece sotto i baffi. Chiaro? Si mangia su.
Trekking Bacu Mudaloru - Panorama da sopra la Cala
COME USCIRE DA BACU MUDALORU
Una volta riempiti gli occhi di indicibile bellezza, sull'ancora visibile aia creata dai carbonai, si può o salutare tutto e rientrare da dove si è venuti, quindi percorrendo a ritroso la gola, o risalire con attenzione la pietraia che tira dritto verso il cielo: S'Ischala de Urele appunto. Il divertimento del percorso ad anello del trekking di Bacu Mudaloru sta tutto qui, dapprima pendenza estrema su pietraia difficile da scalare senza aiuto delle mani, ben presto ripido sentiero nel sottobosco ma che in una mezzoretta scarsa ci porta fuori dalla gigantesca grotta-ovile di Urele, non prima di aver attraversato un passaggio fra giganteschi massi rotolati giù chissà quanti anni fa, set perfetto per le nostre decine di foto a braccia aperte nel nulla in versione Rose senza Jack, e aver scavalcato un piccolo foro in una scivolosa conca aranciata che ci immette dentro un nuovo mondo, verso il blu del cielo che finalmente si avvicina.
La scala funesta è un lontano ricordo lungo la cresta di Bruncu d’Urele che punta a sud, raggiunta tramite una scarpinata sopra la grande grotta; a pieni polmoni si respira aria inspiegabilmente calda di un inverno a metà, mista al profumo di bellezza e rosmarino in fiore. Colline morbide da una parte, l’infinito mare dall’altra. Campi solcati, ginepri, il cuile Bruncu 'e S'Abba prima e quello di Frades Canos dopo, terra arida, cisto ancora senza fiori, sono le briciole che seguiamo verso l’uscita dall'indimenticabile e spettacolare percorso del Supramonte marino di Baunei.
Poi il tramonto, pulito, aranciato, silenzioso ci accompagna fuori dall’Ogliastra, terra di incanti.
Tramonto d'Ogliastra
Seguimi su Instagram per non perderti le mie avventure!
Tags: supramontedibaunei