Sardegna Canyoning: perchè praticare torrentismo
Il grande amore che nutro per la mia Terra, la Sardegna, unito alla grande passione per le attività estreme, mi han portato, poco più di un mese fa, ad intraprendere qualcosa di straordinario: il canyoning, conosciuto anche come torrentismo.
Ma cosa vuol dire fare torrentismo, e perchè farlo? Queste le domande che tutti mi hanno fatto e continuano a farmi con gli occhi stralunati ed una faccia sbigottita.
Innanzitutto un'introduzione alla Treccani, che non guasta. Il canyoning non è nè rafting, nè canoismo e nè hydrospeed ma è un'attività che si fa a piedi con il solo ausilio della propria forza e delle corde. Consiste nella discesa di canyon (o forre) attraversati da corsi d'acqua, si tratta quindi di progredire lungo un torrente a piedi alternando il "passo del torrentista" (sedere a terra e mani sulla roccia), calate in corda, tuffi, nuoto, toboga (scivoli naturali) e teleferiche.
Potrebbe sembrare uno sport estremo (in effetti anche io prima l'ho chiamato così) ma non lo è, o meglio, non proprio. Come in tutte le attività ci sono vari livelli di difficoltà e, per questa, bisogna essere almeno un pochino predisposti all'avventura, oltre ad avere la giusta preparazione tecnica di derivazione speleo-alpinistica (che io ho avuto durante il corso per torrentista base tenuto dalla fantastica squadra di Sardegna Canyoning), una buona dose di atleticità ed un pizzico di follia. Ma, soprattutto, bisogna affidarsi ad una guida canyoning e non di certo partire da soli e far di testa propria! C'è bisogno di attrezzatura specifica che, se non si è esperti canyoneers, non si possiede (e nemmeno si sa quale occorra), c'è bisogno di una guida che conosca e sappia armare la forra in modo che si possa far tutto in totale sicurezza e, cosa da non sottovalutare, bisogna che si tengano a mente rischi e pericoli di quest'attività.
Insomma, il canyoning è 'na roba seria!
Fatta questa doverosa premessa, posso finalmente dare una risposta al tormentato grattacapo che affligge molti: "ma perchè lo faccio?".
Ho una missione nella vita: conoscere ogni angolo della mia Terra e, soprattutto, far sì che ogni suo angolo sia conosciuto dal mondo intero. Per far ciò, oltre ai meravigliosi percorsi di trekking, alle suggestive vie ferrate e ai profondi canyon secchi, mi sono buttata assieme alle mie fotocamere subacquee, nelle fresche (leggi: gelide) acque del torrentismo. Anche questo, come le attività elencate prima, è una magica fusione tra l'uomo e la natura, cosa che io amo più di qualsiasi altra cosa.
Non avrei mai e poi mai immaginato che la mia prima muta da sub l'avrei indossata per attraversare un torrente a novembre e, soprattutto, non avrei mai immaginato la fatica di infilarsi una muta saltellando nei boschi! Così come non avrei mai pensato di tuffarmi a dicembre da uno sperone roccioso di diversi metri dentro uno specchio d'acqua di cui non si vede il fondo, urlando indemoniata in pieno stile Attila all'attacco dell'intero Occidente!
Grazie a quest'attività si scopre una Sardegna nascosta, una parte segretamente meravigliosa. Lungo un torrente la natura è rigogliosa, a volte insidiosa, ma regala affascinanti ed indimenticabili scorci: le alte cascate in piena hanno levigato le rocce e creato piscine naturali, tra boschi fatati dove solo alle Janas è consentito stare; l'acqua ha dato vita ad ambientazioni che regalano una scenografia unica tra strane forme tra i rami degli alberi, giganti pietre incastrate quasi per sbaglio e piscine pensili ad altezze mozzafiato. La luce stenta ad entrare in un canyon e la penombra amplifica il suono del silenzio.
Del Rio Arredaulu e del Rio Bau Alase, affluenti del più noto Flumendosa nel territorio di Aritzo (Nuoro), dove ho ricevuto il mio battesimo da canyoneer, non dimenticherò la stretta forra scistosa (e gli innumerevoli scivoloni a fine calata che veramente...mai una gioia!) sempre in ombra come avvolta nel mistero, il forte profumo del muschio e della terra bagnata d'autunno, una situazione selvaggia da far venire i brividi, che manco Bear Grylls. Due canyon impegnativi ma di una bellezza immensa, nei quali la roccia sembra respiri mentre continua ad aprirsi e chiudersi ad ogni passo.
Il canyoning è rock'n'roll (direbbe la mia guida), è sacrificio (direbbero i miei compagni d'avventura), è puro divertimento, dico io. Calare diciotto metri sotto il getto impertinente di una cascata, imprecando contro quel granito scivoloso nel Rio Pitrisconi (San Teodoro) e poi mettersi sotto a cantare a squarciagola come nei film, mentre pesanti ettolitri d'acqua ti impediscono di vedere, è qualcosa di veramente troppo, scusate il termine, figo! Ci si sente come dei bambini per la prima volta in un immenso parco giochi!
E' trovare la felicità sul fondo di una vasca d'acqua dolce, quando ti manca il respiro per tutti quei metri nel vuoto, quando senti l'impatto con un muro bagnato che immediatamente si trasforma nell'abbraccio più gelido ma più piacevole che si possa ricevere, aprire gli occhi e sentirsi vivi attraverso quelle sensazioni che si alternano fra dosi massicce di adrenalina.
Io pratico il canyoning perchè mi fa stare bene, perchè posso conoscere gente folle quanto me (e a volte pure più di me!), perchè dentro un turbinio di emozioni estreme trovo la mia personale pace dei sensi, perchè è qualcosa di rigenerante e, soprattutto, perchè la Sardegna è bella da morire ed io quella missione intendo portarla a termine!
Il torrentismo ha solo un piccolo problema: è una droga, potentissima. Se si entra nel suo circolo vizioso non si potrà più uscire nè verrà in mente di farlo, sia chiaro! Tutto avrà un altro senso intorno a Voi. Guarderete le foto delle cascate in giro per il mondo pensando a quanti metri di corda Vi servirebbero per calarle, le lettere puntate C, T e S in un contesto lontano mille miglia, Vi catapulteranno nei ricordi dell'ultimo canyon (C come calata, T come toboga e S come salto), ogni assonanza Vi ricorderà parole legate a questo mondo, per esempio io da poco ho capito "c'è una longe sul vetro" anzichè un alone. Giusto per farVi capire la dipendenza assurda nella quale sono caduta!!!
Detto ciò, mi sembra di aver risposto a quella domanda iniziale, magari sono stata prolissa (come mio solito) però spero di averVi fatto capire cosa vuol dire diventare ed essere canyoneer e spero di aver fatto di più, di averVi incuriosito e invogliato a buttarVi con me la prossima volta... prometto che sarà in primavera (così non avrete scusa per l'acqua gelida!).
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