Cosa fare a Firenze: Ponte Vecchio
Ne avevo sentito parlare, forse intravisto in qualche film e documentario, non mi era mai sembrata questa grande eccezionalità di cui tutti discutevano.
Poi arrivi a Firenze e con la cartina in mano che ti dice di andare assolutamente a vedere il Ponte Vecchio, ti incammini, non sapendo che sopra la tua testa hai il Corridoio Vasariano, attraversi i portici con tutti i venditori ambulanti di dipinti industriali che ti suggeriscono con lo sguardo di acquistarne uno, incontri una marea di persone che ti vengono contro dal lato opposto, poi per riprendere un po’ di respiro dal vai e vieni incessante, ti affacci alla muraglia che da sull’Arno e lì lo vedi: Ponte Vecchio.
SBAM!!! Romantico. Simpatico. GENIALE!
E’ fantastico.
Particolare e unico al mondo!
BELLISSIMO!
Innamorata. Più di cinquanta scatti solo per lui. Ogni angolo studiato minuziosamente.
Simbolo della città di Firenze, considerato uno tra i più romantici d’Italia, motivo per cui ai piedi del busto del più grande maestro orafo Benvenuto Cellini, che si trova a metà percorso, gli innamorati di tutto il mondo, circa vent’anni fa, ne iniziano a lucchettare la cancellata gettando poi le chiavi nel fiume a simboleggiare il loro amore indissolubile, Ponte Vecchio fu l’unico ponte fiorentino ad essere stato graziato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Esso collega le due sponde dell’Arno nel suo punto più stretto fin dai tempi dell’Antica Roma,e più volte trascinato dalle forti alluvioni, inizia ad assumere la caratteristica forma di come lo vediamo ora solo nel 1345, quando viene ricostruito per l’ennesima volta ma con l’innovativa (all’epoca) tecnica della costruzione di tre arcate ribassate, largo abbastanza da ospitare due file di botteghe sui lati, principio della sua fama mondiale.
Grazie al guadagno dell’affitto delle piccole ma numerose botteghe di macellai, verdurai e calzolai, presenti fin dal 1170, queste vengono ricostruite in pietra, e non più in legno, e, per volere dei Signori, a partire dalla costruzione del grandioso Corridoio Vasariano (1593) sopra di esse, sul lato est, diventano sede dei grandi maestri orafi, argentieri e gioiellieri che più si addicevano ad una strada frequentata dalla nobiltà Fiorentina. A partire dal 1700 le botteghe iniziano ad abbellirsi con decorazioni scintillanti, diventano uniche le loro “saracinesche”, alla chiusura quelle brillanti vetrine diurne si trasformano in grandi e preziosi forzieri dalle maestose porte in legno. Altrettanto deliziose sono diventate le stanzette coloratissime, adibite a retrobottega, costruite disordinatamente a sbalzo sul fiume dai vecchi beccai per far più spazio ai loro negozi, tutte sostenute da beccatelli. E sono proprio queste che mi hanno incantato, probabilmente per la vivacità che esprimono, così piccole, tinte, sicure a picco sull’acqua. Poetiche.
O forse, più semplicemente, perché a Firenze TUTTO è magia!!!
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