Viaggiare in nave con Moby - Quello che mi piace
Vivere su un isola significa crescere con sentimenti contrastanti. La ami, perchè è tutto ciò che sei. La odi, perchè è tutto ciò non vuoi.
La ami profondamente perchè è circondata dal mare dove da sempre trovi rifugio, perchè nel suo cuore ha alte montagne dove da sempre trovi libertà, perchè ha una lingua tutta sua nella quale scopri fin da piccolo le tue origini, perchè è lontano da tutto anni luce ma tutto le si avvicina alla velocità del suono.
La odi profondamente perchè è circondata dal mare che da sempre un po' ti frena, perchè nel suo cuore ha alte montagne che da sempre un po' ti fanno paura, perchè ha una lingua tutta sua dalla quale sai di non poter scappare nemmeno volendo, perchè tutto le si avvicina alla velocità del suono ma continua ad esserle lontano anni luce.
La Sardegna è un partner complicato. Nasci che lo ami, cresci che lo odi, a volte te ne vai via anni, decenni, ma poi invecchi e ti rendi conto che non c'è nulla di meglio al mondo che tornarci e morirci assieme, fra le onde del mare, all'ombra delle alte cime, con intorno suoni familiari, nella lentezza delle sue giornate.
La Sardegna è una mamma premurosa. Ti tiene fra le braccia gelosa, tesse i fili della tua anima assieme alla sua, ti guarda crescere senza essere invadente, ti saluta orgogliosa quando vai via perchè sa bene che, presto o tardi, tornerai.
Tornare per partire. E partire per tornare, sempre. Questo è il suo gioco.
L'arrivo nel Porto di Olbia con Moby
Durante l'ultimo mio viaggio a bordo della Moby, l'ennesimo che mi ha portato in continente assieme alla mia macchina perchè, lo sai, gli on the road sono i viaggi che preferisco, ho avuto la possibilità di viaggiare alla luce del giorno sulla Moby Wonder, che da Livorno mi ha portato ad Olbia in sei ore nette, e mentre me ne stavo appollaiata sul ponte assieme a Duffy Duck a scrutare l'orizzonte, pensavo a quant'è bello partire e, soprattutto, a quant'è bello tornare.
Viaggiare in nave con Moby, sebbene possa sembrare meno veloce e pratico, è per me qualcosa di irrinunciabile. E' un arrivederci lento, come volesse preparare dolcemente a quel distacco dalla propria Terra che solo un sardo conosce. E' un benvenuto rilassato, come se stesse apparecchiando gli animi con tutte quelle sensazioni tipiche del ritorno o dell'arrivo in una nuova Terra.
Mi piace viaggiare in nave perchè mi piace quel sapore di mare in cui affonda la malinconia dell'andar via. E mi piace ancor di più quell'emozione che mi fa battere forte il cuore quando in lontananza iniziano a delinearsi profili ondulati che, di lì a poco, si trasformano poi in tutto ciò che amo di più: casa.
Il rientro a casa con Moby
Viaggiare in nave con Moby è per tutti ed è questo che lo rende, ai miei occhi, la scelta migliore ogni qualvolta decido di spostarmi dalla Sardegna alla penisola, anche senza macchina al seguito. Si può viaggiare in tutte le fasce di prezzo senza subire alcuna variazione nel servizio offerto a bordo (se dormo in poltrona posso andare a mangiare in ristorante come chi dorme in cabina, per esempio), gli animali da compagnia possono viaggiare con i propri padroni senza essere stipati chissà dove per diverse ore e un bimbo può piangere in santa pace per ritrovare subito il sorriso davanti ai coloratissimi personaggi di Titti & Gatto Silvestro sparsi in giro per la nave, senza che i genitori si debbano scusare in dieci lingue con i passeggeri sbuffanti seduti affianco, come avviene in aereo.
Altro motivo per il quale la mia scelta ricade spesso nel viaggiare in nave con Moby è che i collegamenti aerei quasi mai coincidono con i miei orari di lavoro, la nave invece parte la sera tardi e arriva la mattina presto, così un weekend fuori porta lo posso vivere a pieno senza necessariamente chiedere ferie o permessi. La nave è, innegabilmente, una gran comodità.
Viaggiare coccolati con Moby
Viaggiare in nave con Moby ha i suoi pro e i suoi contro ma io, che ci viaggio da una vita, i contro non li metto in conto. Rispetto all'aereo lo trovo un modo per prepararmi psicologicamente al viaggio che andrò ad intraprendere, perchè le diverse ore in cabina o in poltrona mi portano a scrivere e a fare ricerche più approfondite nel silenzio della navigazione. Se in aereo me ne sto un paio d'ore seduta con la fronte attaccata al finestrino un po' annoiata, in nave, dovendo condividere degli spazi comuni durante i pasti o i break, che sia il ristorante à la carte, il self service, il piano bar o la pizzeria, mi capita di socializzare e scambiare quattro chiacchere con sconosciuti, il chè lo trovo stimolante e mi accorcia di gran lunga la traversata. Mentre in volo devo stare nella stessa posizione per ore (e chi soffre di dolori articolari come me capirà) in nave posso passeggiare nell'area shopping, fermarmi nella zona Wi-Fi e lavoricchiare, uscire fuori sul ponte di prua a prendere un po' d'aria, perdermi nei sorrisi dei bambini che corrono felici nell'area giochi, sedermi nelle seggiole rosse della caffetteria e godermi lo spettacolo del mare dalle grandi vetrate.
Viaggiare da soli in nave significa sentirsi coccolati perchè tanti sono i servizi a disposizione. Come dentro un piccolo paese, c'è tutto quello di cui ho bisogno. Come fossi a casa mia, c'è una stanza spaziosa vista mare. Ed è lì che ho trascorso metà del tempo a quest'ultimo giro, accovacciata sull'oblò a perdermi nel geometrico confine fra cielo e terra, nella trepidante attesa di tornare in Sardegna per ripartire ancora.
Tornare per partire. E partire per tornare, sempre. Perchè questo è il suo gioco e Moby lo sa.
Cabina esterna Moby
Post in collaborazione con Moby Spa
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