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Consigli per visitare Anversa (Belgio)

Anversa è la seconda città più importante del Belgio, si trova nella regione delle Fiandre, abitata già dall’epoca gallo-romana, e conta poco più di cinquecentomila abitanti.

E’ attraversata dal fiume Schelda, che la divide a metà e la rende il secondo porto d’Europa. Capitale mondiale dei diamanti da 500 anni (l’80% del grezzo mondiale viene lavorato qui) e del cioccolato, è affermata anche tra le capitali europee della moda.

Vista l’introduzione ci si aspetta una città piena, sofisticata e cosmopolita, dove il passato, il presente e il futuro si strizzano l’occhio e vanno avanti tutta a braccetto.

In realtà…è davvero così!!!

Ma iniziamo dalla leggenda…

Brabo, valoroso soldato romano, si narra che salvò da un temibile gigante, il piccolo villaggio del Nord. L’umana dogana del tempo, un certo Druon Antigoon, chiedeva diritti troppo salati ai commercianti che volevano oltrepassare il fiume Schelda e, chi era impossibilitato a depositare qualche moneta d’argento in più, si vedeva tagliata la mano e lanciata in acqua. Fortunatamente il legionario Brabo pose fine alla quotidiana mattanza di arti, uccidendo il gigante e tagliando la sua grossa mano la gettò nel fiume (Hand werpen) e da lì il nome della bella città del Belgio: ANTWERPEN.

La “mano” ora è il simbolo della città, ovvio, e la ritroviamo nella meravigliosa piazza centrale della città (Grote Markt) sulla possente statua di Brabo (edificata nel 1887 dallo scultore Jef Lambeaux), che si accinge, dopo averla strappata, a buttarla nel fiume; nelle cioccolaterie in giro per la città, ce ne sono per tutti i gusti: cioccolato bianco, cioccolato all’arancia, al gianduia; nella via dello shopping ( De Meir), tutti i visitatori si avvicinano a far la foto sulla grande recisa mano di pietra, seduti sopra il suo palmo.

Ma quello che si percepisce maggiormente, è il calore della mano che sembra avvolgerci durante tutto il viaggio.

E’ una gentile accompagnatrice, come una madre con il bimbo che muove i primi passi, ci guida con garbo a scoprire le meraviglie che un turista forse non saprebbe nemmeno di trovare.

In un groviglio silenzioso di viuzze, nel Vlaeykensgang, ti sorregge mentre cammini con il naso all’insù ammirando le belle costruzioni imponenti e dalla ricca decorazione stilistica, che mi ricordano Amsterdam, in un mix di stili rinascimentale e barocco, dal gusto Art Deco, che personalmente adoro.

E’ una mano che non ha fretta di farti conoscere la città, è paziente e sembra che ti indichi i luoghi più belli, come la Onze-Lieve-Vrouwekathedraal, la meravigliosa Cattedrale gotica, lattea di giorno e dorata di notte. E dopo averti fatto saziare l’anima delle ricche opere d’arte al suo interno, con maggiore attenzione su quelle barocche di Rubens, ti fa accomodare ai tavolini e ti serve una grossa e grassa porzione di frieten(patate fritte), che qui,assieme alla conosciutissima birra belga e le golose praline di cioccolato, son un’istituzione dello street-food! Per poi finire con un gigante e caldo wafels in uno dei deliziosi e numerosi chioschetti sparsi per la città!

Una mano scrupolosa che con il suo indicione ti spedisce sotto le stilose case del Grote Markt, tra il vecchio Stadhuis (municipio) e il ricostruito palazzo delle antiche Corporazioni delle Arti e dei Mestieri; e poi ti fa correre giù per le ampie vie che conducono al fiume per trascinarti sul duecentescoCastello di Het Steen; e poi ancora ti fa risalire su su fino alla bella De Meir dove sembra ti faccia notare quanto bene si abbinino le vetrine modaiole con i grandi palazzi storici, regalandoti una passeggiata culturale in un pomeriggio di shopping che si conclude davanti (e dentro) l’imponente e magnifica cattedrale ferroviaria: la Centraal Station.

Una mano devota alla Madonna, in molti angoli della città, piccole nicchie con statue raffiguranti la Vergine si incastrano nei muri delle case, per mano di abili scultori.

Una mano golosa sempre però attenta alla sua storia, ci fa accomodare tra le mura cinquecentesche del ristorante De Pelgrom, una vecchia taverna nei sotterranei dell’antica Anversa, tra le volte di mattoncini rossi e la luce soffusa dei candelabri d’epoca, si respira un’atmosfera di altri tempi, dal profumo medievale e dai sapori più classici della tradizione belga. Anche qui le frieten non son mancate, abbinate a tre grosse boulettes, polpette di carne al sugo dal sapore casereccio.

Ed è anche una mano sbrillucicante, presente nelle celebri vetrine di diamanti scintillanti e preziose pietre colorate. Da perderci la testa (oltre che al contenuto del portafogli!). Le troviamo in giro per tutto il centro ma soprattutto nel cosiddetto quartiere dei diamanti, un tempo chiamato Hoge Raad voor Diamant, nel quale convivono ben 1500 aziende e 4 borse di scambio del Diamante.

Ed è una mano che conosce i gusti… devo dir la verità, a queste vetrine davanti alle quali anche ad una gazza ladra verrebbe malditesta, ho preferito di gran lunga le numerosissime cioccolaterie, è stato un pellegrinaggio da una all’altra!! E qui parliamo di praline (cioccolatini di 2 x 2 cm) di tutti i colori e di tutti i gusti! Ciò che salta all’occhio è la raffinatezza delle piccole sculture di cioccolato, l’eleganza dei movimenti dei maitres chocolatiers, anche loro in bella vista, la grandiosità delle loro opere d’arte esposte come nella più celebre galleria d’arte. E la bontà divina del cioccolato perfetto. Quello che metti in bocca, croccante fuori e poi senti sciogliersi sul palato, e tutti i sensi improvvisamente si rilassano.

Mille altre cose ancora mi ha trascinato a vedere quella mano canaglia: le grandi piazze spaziose e sempre ordinate, come la Groen Plaats con al centro la statua di Rubens o la De Wadelplaats; tramonti mozzafiato sullo Schelda, dietro il castello; l’ottocentesco Zoo, con le sue cinquemila specie di animali, le architetture esotiche e i giardini coloratissimi; mi ha condotto tra i particolari più intimi nel quariere più alla moda, ‘t Zuid, dove ho trovato un edificio dalla fantasia marinaresca, con una simpatica prua di un vascello inglobata in esso perfettamente.

L’impronta che questa gentile mano lascia è sul cuore. Per sempre il ricordo della sua bellezza artistica, dei suoi profumi dolci (e fritti!), della sua eleganza, del suo silenzio rispettoso, della sua lingua incomprensibilmente divertente, dei suoi numerosi occhi blu, dei sapori rustici, della sua atmosfera tradizionalmente ultramoderna.

Al pensiero può sembrare una classica città del Nord Europa, ma credetemi che è molto di più. A Voi la scoperta!!!

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