Sei cose da fare a Madrid
Amando moltissimo la Spagna non posso non raccontarVi Madrid, la capitale, che visitai in un lontano novembre ancora primaverile.
Madrid, come tutte le capitali europee, è una città in continuo movimento, notte o giorno che sia; stupisce il turista per la sua ricchezza culturale ben piantata nella sua celebre movida. Sebbene non sia una città raggiante come Barcellona (che io ho adorato!), la sua severità ne sottolinea comunque (paradossalmente) lo spirito dinamico.
UNO. Appena arrivata, la primissima idea fu di presentarsi alla città e di accoglierla dentro l’anima. Quindi perché non immergersi nella folla e seguire la corrente umana? Mi infiltrai lungo l’affollatissima Gran Via: un lungo viale pullulante di vita, strapieno di negozietti, ristoranti e squisiti tapas bar. In effetti è stato il modo migliore per apprezzarla fin da subito. La sua gente è calda, hermosa e ti offre tutta la pazienza possibile. Ti inebria con il suo carattere solare, ti rapisce e ti trascina dentro quella Madrid che a primo impatto appare fredda e troppo seriosa ma che invece è tutta il contrario: animada, sorridente e dalla voce squillante. La Gran Via è il posto per eccellenza che racchiude lo spirito giovane e propositivo della città. Su di esso si affacciano imponenti edifici storici di grande pregio artistico, spiccano il Metropolis (all’ingresso da Plaza de Cibeles) e i numerosi ed elegantissimi teatri. Ormai piacevolmente trascinata dal torrente in piena, arrivai nel cuore (ancor più pulsante) e centro storico della città: Plaza Mayor con la sua sobrietà neoclassica, Plaza del Sol che ospita nel suo grembo il simbolo della città, la statua bronzea de El Oso Y El Madroño, Calle Mayor e Calle de Arenal le vie storiche ancor più ricche di vita, strapiene di negozi, negozietti, bar, ristoranti, fast food e chi più ne ha, più ne metta! La celebre movidanon è solo notturna, garantito!
DOS. Ma tutto questo vagare e assorbire mi fece venire un leggero languorino. Per cui distrattamente in mezzo al torrente umano, mi fermai a pensare… Madrid, Madrid, Madrid, cosa mangiare per apprezzarla anche sotto l’aspetto culinario? E nello stesso istante mi resi conto di essermi fermata davanti al celebre e dannatamente gustoso Museo del Jamon. Non sono musei in senso letterale, bensì ristoranti caratteristici che puntellano tutta la città, nei quali vengono preparati panini e tapas a base del famoso prosciutto crudo iberico (Jamon appunto), prodotto basilare nella cucina madrilena e di tutta l’ España. Le vetrine (che ti acchiappano per la gola letteralmente!!!) e le pareti interne sono accuratamente foderate da centinaia di jamones tutti ordinatamente posti in fila. Il profumo già sull’uscio e la bontà dei prodotti son eccezionali. Insomma, tutti i sensi umani soddisfatti in modo superlativo! Visita obbligata per i buongustai. P.s. Y Pata Negra para toda la vida!!!
TRES. Messo da parte il divertimento e placata la fame, mi sembrò ora di passare in rassegna la parte storico-culturale della città. E iniziai dal Palacio Real che, credetemi, è qualcosa di esageratamente esagerato!!! Basti pensare che ha (solo!) 3418 stanze su un’area di 135.000 metri quadri! Al suo interno lusso, immenso sfarzo, ricchezza e grande fasto, espectacular e prezioso, le uniche parole da abbinare all’immenso palazzo, esternamente neoclassico. Vale veramente la pena una visita, giusto per renderci ancora più conto del grosso divario ricchi/poveri che da sempre padroneggia il nostro mondo, causa di tutte le guerre, battaglie e rivoluzioni in tutti i tempi!!! Spiccano la Piazza d’Armi, la scala principale, la Sala del Trono, la Sala Gasparini e la Cappella Reale, con i loro arredi particolarmente rifiniti, i loro arazzi preziosi, la pregiata cristalleria e le ceramiche finissime. Davanti ad esso si staglia, con meno imponenza, la giovane Catedral della città, l’Almuneda, con il suo celebre mix di stili architettonici in sintonia comunque perfetta con il Palacio Real. Seppur esternamente non trasmetta grande fascino, internamente è un trionfo di colori e oro. Mai entusiasmante quanto altre cattedrali europee, merita comunque una visita.
CUATRO. Obbligatoria anche la visita alle tre maggiori pinacoteche madrilene: il Museo del Prado, il Museo Reina Sofia e il Thyssen-Bornemisza. Insieme abbracciano secoli e secoli di geniali creazioni artistiche, e costituiscono un patrimonio impareggiabile. Francisco Goya, El Greco, Velasquez, Tiziano, Mantegna, Botticelli, Caravaggio, Rembrandt solo alcuni dei grandi e celebri maestri europei all’interno del complesso del museo delPrado, la cui costruzione risale al 1700. Le collezioni all’interno del Thyssen-Bornemisza spaziano dall’arte medievale all’arte contemporanea, un piacevole viaggio nel tempo e nello spazio che è stato possibile grazie alla donazione della collezione privata dell’omonimo Barone. Mirò, Picasso, Dalì attribuiscono al Reina Sofia l’importante compito di massimo rappresentante dell’arte contemporanea nella capitale. Tra tutti spicca la Guernica di Picasso,emocionante. Io ho purtroppo mancato la visita, per questioni di tempo (pochissimo!), dei Musei archeologici, tra i più ricchi di tutta la Spagna. Ma attraversare le puertas de Alcalà, de Toledo, del Sol, ammirare l’egiziano Tempio di Debod, è stato un po’ come visitare un museo archeologico a cielo aperto e di grande impatto!
CINCO. Per scrollarmi di dosso la serietà conseguente alle visite museali, ho noleggiato una barchetta a remi nel lago del Parco del Buen Retiro, divertita andavo su e giù cercando di mantenere l’equilibrio per non affondare. Vecchia riserva di caccia della famiglia reale, il parco si presenta pulito ed ordinato, l’acqua è l’elemento che più gli conferisce bellezza, tra stagni, piccole insenature e canali; e i passerotti così tanto a loro agio che, all’ora dell’aperitivo, ti si affiancano senza timore e con occhi languidi in attesa di una gustosa briciola di nocciolina! Passeggiare, assistere a piccoli spettacoli di artisti di strada, estraniarsi per un attimo dal caos metropolitano. Anche all’interno del parco, la culturale Madrid non si stanca e ci offre una bella vista sul Palacio de Cristal (1887), sul monumento ad Alfonso XII (1922) e sulla fontana dell’Angelo Caduto (1874).
SEIS. Tra una tappa e l’altra, non dimenticate di fermarvi ad ammirare le vetrine allegre ed invitanti delle numerose pastelerìas che colorano ogni angolo della città e ad assaggiare i mille tipi di dolci, torte, cioccolati che vi sono esposti. Approfondire l’aspetto culinario di Madrid è fondamentale, poiché si sposa con la sua storia e perché anch’esso fa parte della sua cultura. Personalmente do sempre molta importanza al fattore gastronomico perché, oltre ad essere una golosa di natura (come si sarà già capito), penso sia soprattutto dentro le pietanze di un Paese che riusciamo a scovare effettivamente il corso degli eventi che lo hanno segnato e lo han portato ad essere ciò che superficialmente appare alla nostra vista; soprattutto i sapori e gli odori in continua evoluzione testimoniano la dinamica della città in questione, quasi come inizialmente fece l’iconica Gran Via.
Probabilmente sei mosse sono poche per conoscerla a fondo, ma bastano per portarsi dietro un ricordo entusiasmante…e la voglia di tornarci!