Sardegna on the road - Cosa fare a Luras
Luras si trova a trenta minuti esatti da casa mia eppure non ci ero mai stata. Dovevano organizzare le Invasioni Digitali gli Instagramers Sardi per convincermi ad andare a vedere e toccare con mano la bellezza silenziosa della cittadina granitica posta a 500 metri sul livello del mare, nel cuore della sub regione della Gallura, nel nord-est sardo.
Qui il profumo della Sardegna si respira nelle tradizioni antiche, nelle case di pietra, fra le rughe dei vecchini che accolgono sorridenti i turisti, tra le fronde di alberi millenari, nelle leggende e dentro figure ancestrali, nell'arte del sughero, nel silenzio dei palazzi storici, delle strette viuzze, degli immensi vigneti che la circondano.
Chi arriva a Luras lo fa per scelta, non è di passaggio, ed è questo aspetto che la rende ancora più affascinante e quasi avvolta nel mistero. Chi arriva qui ne conosce la storia, le particolarità uniche e, forse, sa già cosa fare a Luras. O forse no.
Il territorio di Luras è abitato fin dalla preistoria, della quale conserva i dolmen (monumenti funerari del Neolitico) che l'hanno resa celebre, fra tutti quello di Ladas, il più maestoso fra i quattro presenti, una grande galleria coperta da mastodontici lastroni di granito. La concentrazione di Sepolturas de Zigantes o de Paladinos, come vengono chiamate dai Luresi, hanno regalato alla cittadina il primato in Sardegna di centro abitato maggiormente rappresentato da questi monumenti. Si trovano appena fuori il centro abitato e possono essere visitati liberamente a qualsiasi ora del giorno.
il centro storico di Luras
Terrazza panoramica del Palazzo Tamponi-Perantoni
Dalle verdi campagne al centro storico la pietra o, meglio, il granito padroneggia. Le case interamente costruite in blocchi di granito hanno però lasciato spazio, negli ultimi tempi, ai colori che fanno risaltare le costruzioni più moderne, dalle pareti intonacate ma pur sempre con le soglie delle porte e con i davanzali delle finestre rifinite con la pietra simbolo della regione della Gallura. Dalla terrazza panoramica dell'appena restaurato Palazzo Tamponi-Perantoni, dal sapore liberty, si può ammirare ancora meglio l'eterogeneità della cittadina: tetti arancioni che ricoprono il vecchio e il nuovo in una danza a tratti monastica, a tratti frivola. La pietra dona alla città un aspetto austero, basti guardare l'imponenza severa delle chiese, fra tutte, quella dedicata alla Nostra Signora del Rosario o quella del palazzetto del 1700 che ospita il primo museo etnografico della Gallura, il Galluras appunto.
il Museo Galluras
Museo Galluras - L'Agabbadora
Al suo interno, il Museo Galluras ricostruisce fedelmente gli ambienti delle vecchie case galluresi e ospita una cosa come 7000 reperti, che vanno dal Quattrocento alla prima metà del Novecento: si passa dalle forchette alle pistole, dai panieri agli abiti tradizionali, dai mobili ai pizzi e merletti, dai tappi in sughero agli antichi utensili per la vendemmia. Il reperto più importante all'interno del museo è un martello in legno, pesante testimone dell'esistenza, ormai passata, di una figura oscura appartenente alla cultura sarda: L'Agabbadora, colei che era chiamata per porre fine alle sofferenze dei malati. Una figura che mi ha sempre affascinato e di cui ho letto di tutto e, tenere in mano, sebbene per una manciata di secondi, quello strumento (originale) di morte e salvezza è stato da brivido.
(Orari: Sempre Aperto anche per una sola persona - Ingresso: 5 euro compreso di visita guidata. Per contatti: Pier Giacomo Pala Tel. +39 3683376321)
La Collezione Forteleoni
La Collezione Forteleoni
Il sughero in questa parte di Sardegna ha da sempre avuto un'importanza economica rilevante ma, ci fu qualcuno che non usò questo materiale solo in maniera funzionale. Le mani fatate di Tonino Forteleoni hanno trasformato un materiale, a prima vista, grezzo in opere d'arte di grande pregio. Lui pensò bene di applicare al bassorilievo in sughero un mosaico di frammenti in scorza di sughero, dando vita così a decorazioni naturalmente colorate dalle migliaia di sfumature della pianta, regalando alla corteccia di un'albero un'anima tutta sua. La Collezione Forteleoni, ospitata in quella che fu l'ultima dimora dove l'artista visse dedicandosi alla creazione di pezzi unici, è un tripudio di piccoli grandi particolari: dal salotto pomposo alle minuziose decorazioni dei quadri appesi sulle pareti bianche, dall'immensa luminosità degli ambienti alla sontuosità delle sedie, delle lampade, dei tavoli, delle cassapanche. E' una casa-museo dentro la quale si respira un'atmosfera barocca, un'atmosfera di altri tempi dove non si può che rimanere a bocca aperta.
(Per contatti e visite guidate: Silverio Forteleoni - Tel. +39 079/647547 - E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
gli Olivastri Millenari
S'Ozzastru - L'olivastro di 4000 anni
Tra le elaborate rocce di granito che circondano Luras, c'è qualcosa di unico nascosto fra le colline affollate di vigneti e le acque profonde del lago artificiale del Liscia: gli olivastri millenari. E, tra le cose da fare a Luras, è sicuramente al primo posto. Io ho un vago ricordo di me bambina arrampicata sui grossi rami degli alberi più vecchi d'Europa e sebbene molte cose siano cambiate da quel lontano giorno, una cosa è rimasta uguale: lo stupore provato al cospetto de S'Ozzastru. Gli studiosi, tramite nuove tecniche non invasive per le piante, hanno stimato un'età di quattromila anni, che lo rendono quindi l'albero più antico d’Italia, secondo il Ministero dell’Agricoltura e uno fra più antichi di tutta Europa. Si trova, ben segnalato dai cartelli, a otto chilometri da Luras, in località Santu Baltòlu di Carana in compagnia di un altro olivastro, un po' più giovanotto (2000 anni), inserito in un contesto ambientale suggestivo. Si narra che tra le sue radici qualcuno nascose un tesoro e che qualcuno un giorno lo trovò. Conosciuto anche come il Grande Patriarca, è stato dichiarato con decreto ministeriale nel 1991 Monumento Naturale. Ed è davvero come essere al cospetto della più bella scultura esistente!
(Visitabili tutti i giorni dalle 10 alle 18 - biglietto di ingresso comprensivo di visita guidata Euro 2,50 a persona o Euro 1,50 per gruppi da venti persone. Il sito è attualmente gestito dalla cooperativa Màs Que Nada - Tel. +39 3393668478)
gita in battello sul Lago del Liscia
In battello sul Lago del Liscia
Fra i vecchi rami degli olivastri millenari si insinua debole la luce e, attraverso quelle che sembrano delle feritoie di una fortezza antica, si intravedono le sponde del Lago del Liscia e un bianco battello che naviga nelle sue acque blu. L'avreste mai detto che fra le cose da fare a Luras ci sarebbe stata una gita proprio su quel battello dal sapore americano? Ebbene sì. Durante l'escursione di circa un'ora e mezza, si possono ammirare dal centro del lago gli infiniti panorami galluresi, di quegli scenari che non ti aspetti. Basse colline modellate dal vento si rincorrono sotto il volo degli uccelli, i giochi di luce del sole sulle onde cambiano continuamente, e noti che il verde e il blu lì si abbinano alla perfezione. Di quella giornata, l'escursione in battello è stata la parte più bella. In assoluto la più sorprendente!
(Per tutte le info sulle escursioni in battello visitate il sito www.laghidisardegna.it o la pagina Facebook o chiamate al numero +39 3929782326)
Tutte queste belle cose da fare a Luras volendo si possono fare in una sola giornata, con la sveglia presto naturalmente. Ma, se posso darvi un consiglio spassionato, fatele in più giorni e metteteci in mezzo delle soste enogastronomiche. Non potete andar via senza assaggiare alcune particolari pietanze di Luras come Sa Cozzula Purile, il pane azimo e sas cuppulettas, il tutto annaffiato con i famosi vini, dal Vermentino al Nebiolo di Luras. Io ahimè non ho potuto, per ragioni di tempo, fermarmi ad assaggiare tutto quel ben di Dio...ma menomale che è a soli 30 minuti da casa ;)
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IL VIDEO DELLA GIORNATA TRASCORSA A LURAS E' SU YOU TUBE, CLICCA QUI!
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