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Cosa fare nei dintorni di Sassari in un giorno: Necropoli Su Crocifissu Mannu (Porto Torres)

Lasciato il Monte d’Accoddi sulla destra, mi rimetto sulla vecchia SS 131direzione Sassari alla ricerca, poiché non segnalata (sai che novità!), della necropoli de Su Crocifissu Mannu.

Scopro subito che devo fare inversione di marcia e tornare verso Porto Torres, aguzzare la vista e svoltare a destra alkm 224/100 in una stradina bianca. La totale mancanza di cartelli mi spinge a percorrerla tutta (circa 400 metri) ad occhi chiusi, affiancando un’azienda agricola da una parte e un terreno ben tenuto dall’altra. La località scopro chiamarsi Li Lioni, indovino il parcheggio, sotto il sole cocente, proprio di fianco alla necropoli che si apre in un banco calcareo.

Le Domus de Janas sono strutture sepolcrali della Sardegna preistorica costituite da tombe scavate nella roccia. Si pensa che le prime domus siano state scavate intorno al 3400 a.C. Sono spesso collegate tra loro a formare delle polis sotterranee e in tutta l’Isola se ne contano più di 2000! I corpi dei defunti venivano deposti in posizione fetale accompagnati da strumenti e monili della loro vita terrena. Tutto ciò dimostra la credenza, delle genti prenuragiche, della continuità eterna dell’essere umano. Questa la storia. La leggenda è tutt’altra cosa! Le Domus de Janas erano le piccole abitazioni di minuscole fate (Janas), le creature fantastiche per me più affascinanti. LeJanas erano minute ma bellissime, dalla pelle molto delicata. Avevano il dono della profezia oracolare, erano abili guaritrici. Erano donne sacre e magiche, adoratrici della luna, dalle mille abilità: la tessitura, il ballo, il canto. Custodi di un sapere profondo e di grandi tesori nascosti. Benvolute allo stesso tempo temute dagli uomini per il loro immenso potere. Una leggenda che arriva fino ai giorni nostri intatta, anzi arricchita. Popolano ancora la nostra immaginazione e chissà che sia ancora possibile incontrarle in qualche remota parte della nostra Isola!

Nel complesso funerario de Su Crocifissu Mannu si contano ben 22 Domus de Janas ipogeiche (che io non avevo mai visto!), accessibili da un ingresso a pozzetto verticale o attraverso un corridoio (dromos) discendente. Collegate tra di loro in una complessa planimetria, particolare tipico delledomus del Sassarese, al loro interno hanno a volte colonne portanti, a volte ingressi decorati in rilievo. Databili al Neolitico recente con utilizzi fino all’Età del Bronzo (3200-1600 a.C.), furono portate alla luce nel 1956 prima e tra il 1972 e il 1980 poi. La tomba più particolare però è più nascosta e sempre a causa delle indicazioni assenti e del totale abbandono, me la sono persa! In essa son presenti due protomi taurine realizzate in basso rilievo, elemento simbolico della divinità maschile. Monumenti prenuragici, sottolineo oggi abbandonati, hanno avuto un qualche ruolo anche nella storia più recente quando proprio sopra le tombe passò un tratto della strada che in età romana univaTurris a Karales. I solchi creati dal passaggio dei carri, ancora oggi visibili, hanno però portato al crollo delle coperture di alcune Domus e rimane il mistero sul perché venne scelto proprio quel tratto dissestato su roccia quando affianco vi è, oggi almeno, un terreno più facilmente praticabile!

Dicono porti sfortuna entrare nelle tombe fatate (sì, le ho ribattezzate così!) ma la mia curiosità è di gran lunga superiore alla superstizione e allora scivolo tra le ragnatele e il caldo umido, cercando di non fare rumore come se mi potessero sentire i fantasmi dei nostri avi, trattenendo il respiro al varco di una stanza dopo l’altra perché nel buio qualcosa può apparire. I colori che abbellivano le pareti hanno lasciato spazio ad uno strato di umida muffa dalle sfumature verdi e bordeaux; è pieno di pezzetti di conchiglie incastonate nella roccia; roccia, a tratti dorata, che si sbriciola ma che sembra non importare a nessuno, se non ai ragnetti campagnoli.

C’è così silenzio tutt’intorno, è assordante, è irragionevole. Sento addosso il peso della storia che urla senza far baccano, il senso di responsabilità che mi esorta a far qualcosa.

Ma son sola, l’unica domanda che posso fare coram populo è: PERCHE’? Chissà che qualcuno risponda.

In un bagno di sudore e con il termometro che segna 31 gradi, lascio la necropoli dimenticata… è ora di lavare via tutta questa rabbia per trasformarla in azioni decisive, e quale posto migliore della spiaggia per distendere i nervi?!

Direzione Platamona, e così uscimmo a riveder il mare.

…to be continued…again!

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