#WalkingInSanPantaleo – Alla scoperta dei posti instagrammabili di San Pantaleo
Prima di raccontarti quanto bello è stato l’Instawalk a San Pantaleo, organizzato a novembre del 2017, faccio un passo indietro e ti spiego brevemente cos’è un instawalk e che obbiettivo si pone.
INSTA sta per INSTAGRAM, il social network dedicato alla condivisione di foto con oltre 600 milioni di utenti attivi nel mondo, di cui 11 milioni in Italia, e WALK sta per CAMMINARE, PASSEGGIARE.
Un’instawalk è quindi una passeggiata fotografica rivolta a tutti gli instagramers, a tutti gli appassionati di fotografia e di Instagram. Lo scopo è quello di incontrarsi offline, di dare così un volto fisico agli account, di conoscersi fuori dalla realtà virtuale e, contemporaneamente, di promuovere un territorio a 360 gradi attraverso le condivisioni di foto e testi sui diversi social media.
Instawalk a San Pantaleo sotto la pioggia
In qualità di Regional e Local Managers di Igers Italia, l'associazione nazionale che ha dato vita alla più grande community italiana legata al mondo della comunicazione visiva, abbiamo quindi il compito "di costruire e sviluppare la Community per il territorio di competenza - io personalmente faccio parte del team di Igers Sassari - secondo delle linee guida codificate al fine di tutelare la Community e la sua finalità prioritaria di interesse generale legata alla promozione e valorizzazione del territorio".
Appena entrata nella grande famiglia di Igers Sardegna non ho pensato ad altro se non a DEVO PORTARE GLI INSTAGRAMERS A SAN PANTALEO. E così, assieme ai colleghi di Igers Sassari, abbiamo organizzato in quella che poi si è rivelata la domenica scozzese di novembre, una passeggiata fotografica nel piccolo borgo, fiore all'occhiello del Comune di Olbia, passeggiata che anche tu puoi fare per andare alla scoperta degli spot instagrammabili di San Pantaleo.
C'ERA UNA VOLTA SAN PANTALEO...
Il racconto del Prof. Tonino Nieddu (mio professore del liceo, nato e cresciuto a San Pantaleo, che ho scelto come guida per la giornata), comincia in piazza, a fianco alla nostra chiesa, perchè è proprio lì che a fine '800 nasce quello che sarebbe diventato il paese di San Pantaleo.
Dagli sguardi rapiti dei presenti, mi son resa conto che, sin dai primi minuti, il Prof. stava spazzando via dalle menti dei partecipanti i luoghi comuni legati al paesino: il mercatino di San Pantaleo, la Costa Smeralda, la movida...portandoli dentro nuove profonde prospettive storiche, culturali e geografiche. Il mito del Santo di Nicomedia, i primi stazzi, la volontà del paese di avere una propria parrocchia, la nascita della chiesa con accanto un piccolo stazzo che serviva da magazzino e da cucina, ed è subito qui che entriamo.
Ora è il ristorante Giagoni in Piazza, non prima di essere stato dimora di uno dei primi artisti approdati a San Pantaleo cinquant'anni fa. Qui ammiriamo il pavimento, ancora intatto da decenni, composto da mattonelle di ginepro perfetto per un selfeet. E' strano pensare che questo piccolo stazzo sia nato come cucina cent'anni fa e, dopo varie rocambolesche vicende, sia tornato ad essere quello che era, ovviamente con un tocco di classe.
Le punte granitiche di San Pantaleo
La nostra passeggiata fotografica poi, ci porta nella parte alta del centro, passando fra gli stazzi restaurati ed un vecchio cimitero abbandonato, ad ammirare un bellissimo panorama sui tetti del paese abbracciati dalle grandi montagne argentate. Da questa prospettiva, ben si capisce il motivo per cui son state appellate Il Pettine del Gigante: sono le punte di Lu Fraili, Sant'Andria, Pelchia Manna e Balbacana. I wow! non mancano ed io sono felice.
LO STAZZO GALLURESE
Nonostante le nuvole promettessero tempesta imminente, decidiamo di salire, come da programma, allo Stazzo Manzoni, abbandonato (o, meglio, in vendita per diverse centinaia di mila euro) sotto Balbacana, dal granitico profilo di un vecchio addormentato (balbacana significa barba bianca).
Dal centro del paese facciamo veloce, una passeggiata di una decina di minuti e saltiamo improvvisamente nel passato. L'immenso silenzio di madre natura accompagna il nostro arrivo allo stazzo, la tipica costruzione gallurese composta da "dui cambari", due stanze per tutta la famiglia, una per il giorno e una per la notte (con bagno esterno).
A farci rivivere uno spaccato della semplice vita gallurese di un tempo, ci pensa il Gruppo Folk Balbacana San Pantaleo, in abito tradizionale, che ci accoglie con un aperitivo offerto dal Caffè Nina (il celebre baretto in piazza a San Pantaleo): formaggi, salumi e pane carasau annaffiati dai Vini Caldosa che le Tenute Filigheddu di Arzachena ci hanno lasciato degustare. Una scenografia naturale suggestiva resa impeccabile da un tavolo apparecchiato con i colori della stagione e con il sapore di allora, grazie alla T Eventi di Tiziana Bua.
L'aperitivo allo stazzo con il Gruppo Folk Balbacana
Un aperitivo-colazione che tutti i presenti hanno gradito moltissimo, un momento fondamentale dell'instawalk a San Pantaleo, dove storia e tradizioni hanno svelato l'anima del piccolo centro della Gallura.
IL PAESE DEGLI ARTISTI
Rifocillati, torniamo in centro, è giunta l'ora di capire perchè San Pantaleo venga appellato paese degli artisti.
Fra porticine celesti, granito rosa e pareti ricoperte di foglie verdi e arancioni, scoviamo quattro gallery-botteghe (in estate ne puoi trovare molte di più) e, timidi, entriamo.
Attorno agli anni sessanta, conseguentemente alla nascita di Porto Cervo e del Consorzio Costa Smeralda, San Pantaleo ha conquistato, grazie alla sua atmosfera naif, numerosi artisti, pittori, decoratori e scultori arrivati qui da molto lontano, i quali hanno trovato qui un luogo tranquillo, genuino e pacifico dove vivere, creare e dal quale trarre ispirazione. Dagli ormai lontani anni '60 è tutto un susseguirsi di personalità estrose, menti ingegnose e mani creative, artisti e artigiani sardi, italiani e stranieri che fanno oggi parte della comunità di San Pantaleo, di una storia che continua a scriversi.
Nicola Filia, artigian-artista della ceramica originario di Carbonia, ci accoglie nella sua gallery svelandoci segreti, sogni e progetti. Vasi bianchi, forme affusolate, visi di argilla. C'è tutta la Sardegna dentro i suoi pezzi unici, tutto l'amore per questa Terra che lo sta portando lontano.
Dentro i quadri e le sculture di Gaspare da Brescia, calabrese ma da tanti anni a San Pantaleo, c'è l'anima colorata delle sue origini, c'è il sacro e il profano. Nei suoi occhi ci si perde, fra le mille storie che ha da raccontare, a metà fra fantasia e realtà.
Nicola Filia & Gaspare Da Brescia
Dentro una delle case di granito che fanno da cornice alla chiesa, i Flli Manca da Arzachena racchiudono un granello della loro creatività, San Pantaleo come vetrina dei loro lavori artistici: quadri dalle tinte pastello, sculture in ferro battuto e in materiali di riciclo riempiono il piccolo spazio trasformandolo in un mondo gigantesco dove nascono racconti fantastici.
E poi c'è Davide Solinas che è di San Pantaleo, il fabbro rock'n'roll, quello che le testate dei letti del Cala di Volpe le ha fatte lui con il padre che il fabbro lo ha fatto per tutta la vita, quello che dici il nome e sai già chi è, quello che ha segnato la mia infanzia perchè è dietro la scuola e il suono fine del martello sull'incudine non me lo scorderò mai, quello che ha le mani d'oro e dalla mattina alla sera sforna capolavori. Quel Davide Solinas sì, che però non incontriamo purtroppo, ma la piccola Alice, sua figlia, è una degna sostituta: "papà tutte le cose che fa, le fa con il cuore".
Sopra: l'esposizione Magma dei F.lli Manca - Sotto: particolare di lampada di Davide Solinas
San Pantaleo è il paese degli artisti, decisamente!
IL PRANZO GALLURESE
Storia, arte, tradizioni, colori ci hanno fatto venire una fame tremenda!
Ci ha pensato la Trattoria da Nicolino - Zara Caffè a rimpinzarci di cose buone. Ci ha infatti servito un pranzo tipicamente gallurese eccellente, a base di zuppa gallurese (pane, brodo, formaggio e spezie segrete) e porcetto arrosto dai quali non ci saremmo più staccati (ma dieta a chi?).
La cortesia è di casa dentro le spesse e vecchie mura di granito del bar-trattoria a conduzione familiare e tutti i partecipanti al ricco instawalk a San Pantaleo sono rimasti contenti e soddisfatti, soprattutto le pance. Pance che, dopo un'abbondante porzione di zuppa e porcetto, hanno avuto il coraggio di... "ma il dessert dov'è"?
La Zuppa Gallurese della Trattoria da Nicolino
La Trattoria da Nicolino non ha inserito un dessert nel nostro menù appositamente, perchè noi di Igers Sassari volevamo finire in bellezza l'instawalk e per far ciò avevamo bisogno di un momento perfetto per i saluti.
I DOLCI GALLURESI
E quale momento è più perfetto del dolce?
L'ultimo, ma non ultimo, momento della straordinaria giornata trascorsa con quasi cinquanta instagramers isolani, è l'appuntamento esclusivo con il Gruppo Folk San Pantaleo - Associazione Due Zero che ci ha fatto trovare, alla sede parrocchiale, in piazza, una quantità indefinita di dolci galluresi dentro cesti intrecciati, fra vecchie fotografie e fiori colorati. Cucciuleddi bellissimi, papassini con e senza cappa ed eleganti cuppuletti, perfetti da fotografare e condividere su Instagram. Sulla bontà non c'è da discutere, non li abbiamo finiti solo per non fare gli sgraditi e per non sembrare morti di fame (perchè noi la dieta orgogliosamente MAI)!
Ma non solo! Le signore del gruppo folk son state così gentili da farsi trovare alcune avvolte nel bellissimo e ricchissimo abito tradizionale dell'alta società di un tempo e alcune invece, in grembiule, marcato I LOVE SAN PANTALEO, ci hanno mostrato in diretta come dalle loro sapienti mani nascono i cucciuleddi al miele.
Li Cucciuleddi e il Gruppo Folk San Pantaleo
Un dolcissimo momento che ci porta a salutarci, ad abbracciarci, a ringraziarci a vicenda per una giornata che la pioggia non ha fermato, una giornata intensa, bellissima, indimenticabile.
Grazie di cuore a chi ha reso possibile tutto ciò e a chi ha partecipato! Alla prossima ;)
Instawalk a San Pantaleo
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